Storia dell'arte: arte del dopoguerra

L'Informale in Europa: pittura gestuale

La poetica del "gesto" è alla base della pittura gestuale.
L'artista concepisce il quadro come un mezzo di conoscenza, come il luogo in cui tradurre in immagini la propria volontà di esistere e di raccontarsi. Per portare a galla verità celate negli anfratti più reconditi dell'animo, si affida al proprio istinto motorio. Invade la tela con una sequenza di gesti: pennellate energiche, spazzolate di colore, in alcuni casi vere e proprie sciabolate. Giunge a spremere il colore dal tubetto direttamente sulla tela. Il risultato è vario: tracciati di linee spesse, organizzate in maniera casuale, grovigli, matasse, composizioni monumentali di laghi di colore.

L'informale gestuale è una pittura che non nasce da un progetto premeditato, ma dalla liberazione di energie interiori e irrazionali. Sotto questo aspetto si può ricollegare a grandi avanguardie storiche del primo '900. La componente irrazionale riflette l'atteggiamento anticulturale del Dadaismo. L'energia e l'asprezza formale che il gesto trasmette all'immagine sulla tela o sulla carta si riallacciano alla durezza dell'Espressionismo.
Ancora più stretto è il rapporto con il Surrealismo per il rilievo assegnato all'inconscio e all'automatismo psichico. Ma la pittura gestuale si spinge molto oltre i surrealisti. La liberazione da parte dell'artista di forze interiori attraverso l'atto motorio del gesto porta l'automatismo psichico al punto estremo. Il punto in cui l'artista non si preoccupa di razionalizzare le spinte che provengono dall'inconscio.

L'abbandono irrazionale e automatico alle forze dell'inconscio non è esclusivo dell'informale gestuale, ma trova un diretto parallelo nella corrente gestuale dell'Espressionismo Astratto americano. Entrambi, oltre che dal Surrealismo, traggono spunto dalla psicanalisi di Jung. In particolare, dalla sua teoria dell'inconscio collettivo e dalla possibilità per l'artista di far emergere le componenti più universali della natura umana, attraverso la propria energia motoria.
Per inquadrare in maniera completa il fenomeno della pittura gestuale, oltre agli elementi citati bisogna sottolineare la presenza di forte componente esistenziale e, sia pur con differenze notevoli tra i vari artisti, l'influsso della cultura Zen.

Gli esponenti di maggior spicco sono Georges Mathieu, Pierre Soulages, Gerard Schneider, Hans Hartung, Emilio Vedova.
Nello stesso ambito può rientrare anche il lavoro dello spagnolo Antonio Saura, dell'austriaco Hans Staudacher, dei tedeschi K.O. Goetz, Peter Brüning e Fred Thieler, degli italiani Giuseppe Santomaso, Vasco Bendini e Mattia Moreni.

A livello internazionale va ribadito lo stretto legame tra la pittura gestuale in Europa e l'Espressionismo Astratto. In particolare, con la corrente gestuale di quest'ultimo. Comuni a entrambe sono: l'atteggiamento istintivo emozionale dell'artista, la concezione del quadro come campo di lotta e luogo di esistenza, una predominante componente gestuale-motoria.
Particolarmente interessante diventa rilevare somiglianze e differenze tra la pittura di Hartung, Mathieu, Soulages e Vedova da una parte, e quella di Franz Kline, Willem de Kooning e Jackson Pollock dall'altra.

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