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Gallarate tiene a battesimo un nuovo museo, dedicato all'arte moderna e contemporanea

Museo d'Arte di Gallarate - MAGa
Via De Magri, Gallarate (VA)
Info. 0331-791266
Orari: mar-dom 10-12:20 14:30-18:20, lunedì chiuso

(ARCHIVIO 2010) Il 19 marzo 2010 è stato inaugurato il nuovo Museo d'arte moderna e contemporanea di Gallarate, che ha preso il posto della storica GAM e, come succede ormai sempre più spesso, ha anche un suo acronimo, MAGa, più divertente e semplice da ricordare.
A dirigerlo è stata chiamata Emma Zanella, figlia di Silvio, che è stato l'ideatore del Premio di Pittura Città di Gallarate, punto di partenza di questa straordinaria avventura nel segno dell'arte e della cultura, iniziata nel 1949 e tuttora in corso.

L'idea di fondo, che animava gli organizzatori del concorso, la cui prima edizione si è tenuta nel 1950, era quella di promuovere l'arte, ma anche di dar vita a una struttura museale che "ridasse dignità al vivere civile attraverso una scelta culturale". Per questo, si concludeva sempre con l'acquisto di alcune opere, che avrebbero dovuto costituire la base di una collezione civica.
La selezione veniva fatta cercando di offrire un panorama il più possibile completo della pittura italiana contemporanea. Venivano quindi prese in considerazione tutte le ricerche artistiche del dopoguerra, anche se si poteva notare una certa predilezione per l'arte astratta, concreta e informale, che, in verità, all'epoca non era molto apprezzata. Quella che riscuoteva i maggiori consensi da parte della critica e del pubblico era, infatti, l'arte figurativa.

La prima Galleria d'Arte Moderna è stata aperta nel 1966, quando il premio era avviato da tempo e si era ormai costituita una piccola raccolta, composta da 85 dipinti, 3 sculture, 25 disegni e opere grafiche. Col tempo però la collezione ha subito un notevole incremento, grazie al concorso, che è tuttora attivo con cadenza biennale, e alla generosità di artisti e concittadini, che hanno deciso di donare o lasciare in deposito le loro opere. Si è pensato quindi di trasferire il museo in una sede più adeguata, quella di Viale Milano 21, che, dalla sua apertura, avvenuta nel 1970, ha permesso di offrire al pubblico maggiori attività e servizi. È bastato comunque qualche decennio perché anche questa struttura rivelasse tutta la sua inadeguatezza. A poco sono serviti, infatti, gli ampliamenti successivi che hanno portato la superficie totale da 350 metri quadri a 1.090.

Le esigenze museali hanno trovato finalmente risposta nell'edificio attuale, il cui progetto risale al 2001, ma è stato via via modificato per far fronte a tutte le attività di cui la GAM si stava occupando. Prima del 2004, infatti, si pensava di utilizzare soltanto il fabbricato industriale di Via Magri, opportunamente ristrutturato, poi si è capito che non sarebbe stato sufficiente e, così, si è pensato di affiancare a esso un nuovo padiglione.
Il primo lotto è stato firmato da Maria Luisa Provasoli, il secondo, da Permichele Miano e Carlo Moretti, che hanno dato vita a una quinta scenica in laterizio, che, con la sua forma curvilinea, abbraccia la piazza circolare antistante. Il progetto museologico si deve invece allo Studio Pamndakovic e Associati.
Il nuovo museo si presenta ora come un'istituzione efficiente e moderna, dinamica e flessibile, in grado di soddisfare tutti gli standard nazionali e internazionali. Dispone, infatti, di una superficie molto più ampia, pari a 5.000 metri quadrati, suddivisi su tre piani, dove trovano posto gli spazi per la collezione, le sale per le mostre temporanee, il bookshop, la biblioteca, gli archivi storici (Premio Arti Visive, MAC, Madí, Mail Art), i depositi e i servizi essenziali, come la biglietteria, il guardaroba e il Con.Temporary Bar, che è stato pensato per ospitare progetti di artisti e designer, come Marti Guixé, che ha firmato la prima proposta. Ampio spazio viene dedicato inoltre ai laboratori didattici, che sono uno dei fiori all'occhiello di questa istituzione.

Per la gestione del Maga si è deciso di dar vita a una fondazione pubblico privata, la Fondazione Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella Onlus, che è stata costituita nel dicembre del 2009 e vede tra i propri soci il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Regione Lombardia, la Provincia di Varese, il Comune di Gallarate e altre istituzioni, pubbliche e private, legate al territorio. Questo, infatti, è il primo destinatario di questo progetto, anche se il museo ha una vocazione nazionale e internazionale e, con le sue proposte espositive e didattiche, mira ad attrarre persone da ogni dove, con una predilezione particolare per i giovani.
Il nuovo ente è presieduto da Angelo Crespi, che è affiancato da un Consiglio di Gestione e da un Comitato Tecnico Scientifico, di cui fanno parte Nicola Mucci, sindaco di Gallarate, Armando Guenzani, presidente del Comitato Premio Città di Gallarate, Emma Zanella, direttrice del MAGa, Sandrina Bandera, Sovrintendente per il Patrimonio Artistico e Antropologico di Milano, Piero Giardini, presidente di Acacia, Beatrice Buscaroli, responsabile del sistema dei Musei e delle Attività espositive del Comune di Bologna, e l'architetto Luca Molinari.

Il museo è stato inaugurato con una mostra di grande richiamo, "Il mistico profano", dedicata ad Amedeo Modigliani, uno dei più importanti artisti del '900, di cui vengono proposti dipinti e disegni, che arrivano da musei e collezioni di grande prestigio, come la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino, la GNAM di Roma, la Pinacoteca di Brera, i Musei Civici di Milano, la Fondation Gianadda di Martigny, la Estorick Collection di Londra e l'Israel Museum di Gerusalemme.

Il vero punto di forza del MAGa è comunque la sua collezione, che è costituita da oltre 5.000 opere, che permettono di farsi un'idea dello sviluppo dell'arte italiana dagli anni '50 a oggi. Un percorso caratterizzato da una continua oscillazione tra astrazione e figurazione, tra realismo ed essenzialità di pensiero. Girando da una sala all'altra si passa, infatti, dagli ultimi esiti di Novecento all'arte figurativa del dopoguerra, dall'influenza dell'astrattismo sulla figurazione pittorica e scultorea al naturalismo astratto, dall'astrattismo al concretismo, dall'arte cinetica e tecnologica all'informale, dal concettuale alle correnti postmoderne e alle ultime tendenze. Molte sono comunque anche le figure autonome, disinteressate a mode o correnti, che operano in bilico tra avanguardia e classicità, tradizione e innovazione.
Ci sono ovviamente dalle lacune, come quelle che riguardano Burri o Capogrossi, ma in linea di massima si può dire che sono presenti quasi tutti gli artisti, che, nel corso della loro carriera, hanno dato un contributo importante allo sviluppo della storia artistica del nostro paese, come Afro, Ajmone, Alviani, Aricò, Baj, Baruchello, Bertini, Bertrand, Biasi, Birolli, Bodini, Bonalumi, Boriani, Carrà, Casorati, Cassinari, Castellani, Colombo, Consadori, Dadamaino, Del Pezzo, Depero, De Vecchi, Dorfles, Fontana, Funi, Garelli, Gilardi, Griffa, Guttuso, Isgrò, Lodola, Mari, Meloni, Melotti, Migneco, Monnet, Morlotti, Munari, Music, Ontani, Pellini, Pinelli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Pozzati, Prampolini, Radice, Rama, Reggiani, Romiti, Romagnoni, Rosai, Santomaso, Scanavino, Sironi, Soldati, Tadini, Treccani, Varisco, Vedova, Verna, Veronesi, Vespignani, Vigo ecc.
Tra gli artisti delle ultime generazioni spiccano invece Bartolini, Borghi, Calignano, Cecchini, Cattaneo, Dynys, Moro, Mocellin e Pellegrini, Paci, Studio Azzurro e Vitone.
Non si tratta comunque di un patrimonio statico, ma di una collezione in continua evoluzione. Le opere, infatti, sono destinate ad aumentare nel tempo, grazie al Premio Città di Gallarate, alle donazioni di artisti e simpatizzanti, alla commissione di opere, legate ad eventi o mostre temporanee.

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