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È scomparsa la "madrina" dell'Arte Povera

È morta a Torino, il 29 aprile scorso, Christian Stein, una delle più note galleriste italiane. Aveva iniziato la sua attività nel 1966 spinta dalla passione per l'arte.

Si era subito interessata al movimento dell'Arte Povera, che aveva in Torino, sua città natale, uno dei centri propulsori. Fu la prima a credere in Alighiero Boetti e ad organizzargli una mostra, ma tutti gli artisti di questo gruppo eterogeneo, torinesi e non, passarono per la sua galleria: Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis e Luciano Fabro.
In un periodo in cui furoreggiava la Pop Art, ma cominciavano a serpeggiare i primi sintomi di un rifiuto, Christian Stein seppe imporre i loro lavori controcorrente, legati alla naturalità e alla povertà dei materiali, a un rigore sociale e politico non esente da implicazioni concettuali. Un successo che si fece sentire soprattutto a livello internazionale.

Nel 1985 Christian Stein aprì una galleria a Milano, affidandola alla cura di Gianfranco Benedetti. Qualche anno più tardi, tentò anche l'avventura americana operando a New York insieme a Barbara Gladstone. Ma l'esperienza non durò a lungo.

Nel 1996 Christian Stein decise di chiudere definitivamente la galleria di Torino.
Al 2000 risale l'ultimo grande gesto di amore per l'arte. La donazione di una parte della sua collezione al Castello di Rivoli.

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