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Apre a Firenze il Museo Nazionale della Fotografia
Museo Nazionale della Fotografia - MNAF
Piazza di Santa Maria Novella 14, Firenze
Info. 055-23951
Orari: 9:30-19:30, sab 9:30-23:30, mercoledì chiuso
Il 28 ottobre 2006 è stato inaugurato a Firenze il Museo Nazionale di Storia della Fotografia. A volerlo sono stati il Comune, l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la Fondazione Alinari, senza la quale non si sarebbe potuto fare nulla. Alla base di tutto, infatti, ci sono le collezioni di questa straordinaria azienda italiana.
Alinari è un nome conosciuto in tutto il mondo per il suo straordinario archivio di immagini, ma è anche la storia di un sogno e di una famiglia, che nel 1852 ha deciso di puntare sulla fotografia e raccontare così la sua Italia.
Un'avventura che non è finita neppure dopo il 1920, quando c'è stato il primo, importante, passaggio di proprietà e sono subentrati nuovi soci e nuovi progetti. La Alinari, infatti, ha continuato e continua ad accompagnare ancor oggi lo sviluppo del nostro paese utilizzando nuove tecniche e nuovi mezzi, da Internet alle macchine digitali.
L'espansione della ditta e la sua trasformazione in società si sono mossi di pari passo con l'arricchimento dei suoi archivi, che sono diventati di anno in anno più corposi e, nel 1985, sono stati messi a disposizione del pubblico. In quella data, è nato infatti, il "primo" Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari, ospitato a Palazzo Rucellai, in Via della Vigna Nuova.
La nuova istituzione organizzava mostre, disponeva di una biblioteca molto fornita, e, soprattutto, conservava un patrimonio fotografico immenso, che ripercorreva la storia della fotografia dal 1839 alla contemporaneità. Ne facevano parte stampe originali, opere di grandi maestri dell'800 e del '900, ma anche macchine fotografiche, obiettivi, strumenti da laboratorio e cornici.
Negli anni '90, grazie agli accordi stipulati con altri archivi e col Ministero per i Beni e le Attività culturali, l'attività della Fratelli Alinari si è sviluppata in modo vertiginoso e così la sua collezione.
Il museo, considerato inadeguato rispetto agli obiettivi, è stato chiuso nel 1997, ma l'anno successivo è stata creata la Fondazione per la Storia della Fotografia Fratelli Alinari, che aveva il compito di preparare la nascita di un'istituzione più completa e attrezzata, il Museo Nazionale di Storia della Fotografia.
A 8 anni dalla formulazione di quel progetto, Firenze ha tenuto a battesimo il museo tanto atteso, per il quale è stato coniato l'acronimo MNAF.
Il nuovo centro, diretto da Monica Maffioli, è ospitato in una sede di grande prestigio, l'ex Convento delle Leopoldine, che si trova in Piazza Santa Maria Novella, proprio di fronte alla Basilica.
A ristrutturare questo edificio del 1200, che è stato usato in passato come ospedale, carcere e scuola, è stato l'architetto Armando Biondo dello Studio Arktre. Gli allestimenti invece sono dell'architetto Luigi Cupellini, che ha potuto contare su un collaboratore d'eccezione, il regista Giuseppe Tornatore, che si è occupato dell'impianto scenografico.
Il percorso espositivo è suddiviso in 8 sezioni, curate da esperti di fama internazionale (Monica Maffioli, Italo Zannier, Charles-Henri Favrod, Maria Possenti, Luigi Tomassini, Maurizio Rebuzzini, Guido Cecere) e racconta la storia della fotografia e di tutto ciò che la riguarda dal 1839 a oggi, passando dai dagherrotipi alle moderne immagini digitali, dalle cartoline agli album fotografici, dalle lastre in vetro alle fotografie tattili.
La prima sezione, che si snoda dal 1839 al 1860, ricorda le origini e i pionieri della fotografia. La seconda, che segue cronologicamente la precedente e si ferma al 1920, racconta l'età d'oro di questo medium, la sua diffusione e l'evoluzione della tecnica. La terza, che arriva fino al 2000 ricorda l'avvento delle avanguardie e l'emancipazione della fotografia, il suo trasformarsi in "arte a se stante".
Le aree successive hanno carattere tematico e affrontano argomenti come le tecniche di sensibilizzazione e sviluppo, i materiali, gli album, gli apparecchi fotografici, i documenti, le cartoline, la pubblicità ecc.
L'ultima sezione, davvero particolare, è dedicata ai non vedenti, per i quali sono state realizzate 20 "fotografie da toccare".
Il museo, che è costato 3,16 milioni di Euro e si inserisce in un progetto di riqualificazione di quest'area della città, che porterà qui anche il futuro Museo delle Arti del Novecento, si propone anche come spazio per la didattica e contenitore di mostre temporanee. La prima, intitolata "Vu d'Italie 1841-1914. I Grandi Maestri della fotografia italiana nelle collezioni Alinari", rappresenta un doveroso omaggio a chi ha reso possibile tutto questo.