Parigi (Paris). Spot-light Parigi

Parigi in un colpo d'occhio

Parigi. Da 200 anni il "grande marchio della qualità"!

Nella mentalità comune il nome di Parigi risulta indissolubilmente legato all'immagine di Montmartre e al ricordo di tutti i grandi maestri dell'impressionismo: Manet, Monet, Renoir, Pissarro Sisley, Degas. E ancora Cézanne, Seurat, van Gogh, Gauguin.
Ma il ruolo di Parigi nella storia dell'arte è stato ben più ampio e rilevante. Per la prima metà dell'800 Parigi è stata il fulcro dei principali dibattiti sull'arte, il crogiuolo da cui sono scaturite quasi tutte le nuove idee, le nuove tendenze, i nuovi movimenti. A Parigi si è sviluppata la prima forma di "sistema dell'arte" in senso moderno, ovvero un insieme di soggetti e funzioni che determinano e regolano la circolazione dell'opera d'arte, in senso artistico-culturale, ma anche commerciale. Il principale catalizzatore di questo processo fu la contrapposizione tra l'ambiente "ufficiale" da una parte, impersonato dai membri dell'Accademia d'arte e dalle giurie dei grandi "Salons", e gli ambienti più innovativi dall'altra, incarnati in un primo tempo dalla figura di Courbet e dei realisti, e in seguito da Manet e dal gruppo degli impressionisti. L'esclusione sistematica, o quasi, dei nuovi arrivati da ogni tipo di avvenimento pubblico, alimentò la necessità di dare vita a nuovi canali di comunicazione e circolazione del lavoro: eventi espositivi alternativi (ad es. il "Salon de Refuse"), nuove riviste, il sostegno da parte di critici "militanti", la ricerca di gallerie private che s'incaricassero di esporre e commercializzare il lavoro. Tutti sono concordi nell'assegnare a Paul Durand-Ruel il merito storico di aver riconosciuto gli artisti "giusti", nel momento in cui pochi li apprezzavano e tanti li disprezzavano. Ma il grande merito di questo personaggio è consistito sopprattutto nell'aver realizzato il primo modello di galleria d'arte commerciale in senso moderno.
Il ruolo dominante di Parigi nel campo dell'arte si è consolidato con il sopraggiungere del nuovo secolo. Le più famose "avanguardie" della prima metà del '900 hanno avuto in Parigi il loro epicentro. Gran parte dei principali protagonisti vi trascorsero momenti significativi della loro vita professionale: Matisse, Picasso, Braque, Léger, Brancusi, Chagall, Modigliani, de Chirico, Kandinsky, Duchamp, Picabia, Ernst, ecc. Parigi e i personaggi che la animavano ricorrono nelle opere di autori, come Léger, Delaunay, Modigliani, Utrillo, Severini. A Parigi avevano sede le gallerie, i mercanti e gli editori più importanti: Vollard, Kahnweiler, Bernheim-Jeune, Georges Petit, Paul Guillaume, Rosenberg, Mourlot.
Unico neo di questo discorso: la politica museale. Malviste, boicottate, ospitate in sedi provvisorie (Louvre, Palais de Luxenburg, Jeu de Paume), le opere degli impressionisti, e in seguito quelle di Matisse, Picasso e compagni, a lungo furono considerate una fastidiosa "patata bollente". Per trovare una sistemazione che le valorizzasse, dovettero attedere la fine degli anni '30, quando in altri luoghi (Germania, Londra, Amsterdam, New York) si era provveduto ad esse già da tempo. Le opere vennero distribuite in parte nello Jeu de Paume, gli impressionisti, e in parte presso il Palais de Tokyo, per un certo tempo sede del Musée national d'Art moderne e ora del Musée d'Art moderne de la Ville de Paris.

Principale centro in Europa dell'arte astratta e informale del dopoguerra, con l'arrivo degli anni '50 Parigi comincia a venire soppiantata da New York. L'importanza degli artisti americani, i grandi musei cresciuti come funghi, la ricchezza del collezionismo locale e la potenza delle gallerie private fecero di New York il nuovo punto di riferimento dell'arte a livello mondiale.
Perduto lo scettro, negli ultimi 20 anni Parigi ha dovuto fare i conti anche con l'ascesa imperiosa di altre "capitali" dell'arte: Colonia (Köln), Berlino (Berlin), Basilea (Basel), Londra (London). Ma Parigi è sempre Parigi, ovvero il cuore della Francia. E i francesi, per dare lustro alla loro capitale, sono disposti a fare le cose in grande. Un po' per merito suo, un po' per volontà dei francesi, un po' per il fascino inimitabile che esercita, Parigi rimane su un piedestallo tutto suo, che nessuno potrà mai intaccare. Una cosa che vale anche nel campo dell'arte.

La Parigi che noi "consigliamo"

Parigi rimane di fatto una città unica. Le cose veramente interessanti sono infinite, ambientate in una cornice di inarrivabile bellezza, e caratterizzate da un tocco particolare, elegante: alla "francese", insomma.
Parigi è il luogo ideale e privilegiato per andare alla scoperta dell'arte dell'800, non fosse altro che per la possibilità di andare alla scoperta dei luoghi, spesso rimasti intatti, che i protagonisti delle aste di oggi calcarono da vivi, quando vagavano perennemente "in bolletta". La ricchezza dei musei e delle diverse istituzioni che popolano la città propongono un quadro completo anche dell'arte moderna e di tutto quello che è stato fatto nella prima metà del '900.
Parigi potrebbe apparire meno attraente nel campo dell'arte contemporanea. Ma non bisogna lasciarsi trarre in inganno. Gli artisti, le strutture espositive, le gallerie, le iniziative sono innumerevoli, sopravanzate per importanza solamente da quanto succede a New York. La sua immagine di "città degli impressionisti" e di "capitale dell'arte moderna", può eclissare il suo impatto in quanto "metropoli dell'arte contemporanea". Ma anche in questo campo Parigi rimane una delle città in assoluto più importanti.

Guida agli aspetti più interessanti

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