|
La Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna è sorta nel 1926. Alla base vi è la donazione di Villa delle Rose al Comune di Bologna da parte della contessa Nerina Armandi Avogli, perché ne se facesse un museo. Da quel momento è iniziata la costituzione della collezione, che potè giovarsi di acquisizioni e donazioni. Nel decennio seguente la Galleria Comunale d'Arte Moderna si arricchì con una certa costanza, arrivando a disporre di un discreto patrimonio di opere d'arte dell'800 e primo '900. Il sopraggiungere della guerra portò, naturalmente, all'inevitabile interruzione di tutta l'attività.
Chiusa la parentesi bellica, il nuovo direttore Francesco Arcangeli si impegnò a promuovere varie iniziative per ridare prestigio alla Galleria Comunale d'Arte Moderna, cercando di riprendere anche l'ampliamento della collezione. Le scelte di Arcangeli si indirizzavano verso l'arte del primo '900, ma soprattutto verso le correnti contemporanee del dopoguerra. Gli acquisti s'infittirono con gli anni, portando a oltre 2.000 il numero delle opere in possesso della Galleria nel 1961.
Una collezione così vasta finì col creare mostruosi problemi di spazio. Dopo le solite lungaggini, il Comune decise di costruire un nuovo edificio. Il progetto venne affidato a Leone Pancaldi. Il palazzo, edificato nel quartiere fieristico, venne inaugurato nel 1975.
Dal giorno della sua riapertura la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna ha vissuto una seconda giovinezza. Tra l'altro, vi sono state organizzate mostre e progetti didattici di insolito spessore per lo standard italiano. Questo è dipeso in gran parte dall'iniziativa del suo direttivo. Composta da critici e intellettuali, la direzione scientifica fu guidata inizialmente da Franco Solmi. Dal 1987 al 1995 è toccata a Pier Giovanni Castagnoli, che tra l'altro ha avuto il merito di ridare impulso al polo espositivo di Villa delle Rose.
Il recupero della Villa è stato effettuato nel 1989. Ora ospita mostre personali dedicate ai protagonisti dell'arte italiana più recente e rassegne collettive su temi di stretta attualità.
Ma la storia della Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna s'intreccia con quella dell'altra grande istituzione bolognese che si occupa di arte moderna, il Museo Morandi.
Il grande concittadino Giorgio Morandi è stato sempre rappresentato nelle collezioni comunali. Ma le sue opere si sono rapidamente moltiplicate in seguito all'acquisto delle 22 tele della collezione di Francesco Paolo Ingrao. A consolidare il fondo si è aggiunta anche la donazione da parte della sorella dell'artista, Maria Teresa. L'importanza del fondo morandiano e la difficoltà di renderlo visibile nell'ambito della Galleria Comunale d'Arte Moderna indussero il Comune di Bologna a destinargli una sede a parte. Allo scopo venne scelta una parte di Palazzo D'Accursio, nel centro della città. Il nuovo Museo Morandi venne inaugurato nell'ottobre 1993. Amministrativamente è una propaggine distaccata, e relativamente autonoma, della Galleria Comunale d'Arte Moderna.
Nell'estate del 1995 la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna è stata trasformata in "Istituzione". In base a questo statuto giuridico la galleria dispone ora di autonomia gestionale.
Dal 1996 il museo è diretto da Danilo Eccher. Nel suo lavoro si avvale dell'appoggio di un consiglio di amministrazione, presieduto da Lorenzo Sassoli de Bianchi e di un Comitato Scientifico, composto da specialisti internazionali, quali Pier Giovanni Castagnoli, Rudi Fuchs, Steingrim Laursen e Dieter Ronte.
Negli ultimi anni hanno cominciato ad affiancare la galleria alcuni sponsor e l'Associazione Amici della Galleria d'Arte Moderna. Grazie al loro intervento sono stati effettuati svariati acquisti di opere, in occasione specialmente di Arte Fiera, la mostra-mercato che si tiene ogni anno a Bologna. |