Milano. Musei a Milano

Piazza Cadorna a Milano, con la scultura "Nail and thread" di Claes Oldenburg e Coosje Vanbruggen

Piazza Cadorna a Milano, con la scultura Nail and thread di Claes Oldenburg e Coosje Vanbruggen

Con ago e filo si ricuciono gli strappi, si riparano le ferite.
Se è vero che sul versante dei musei di arte moderna e contemporanea Milano non è messa bene, sembra proprio che all'insegna dell'ago e del filo qualcosa si stia muovendo.
L'ago e il filo di cui si parla sono quelli sovradimensionati, che Claes Oldenburg e Coosji van Bruggen hann ideato per uno dei luoghi nevralgici della città. Il gigantesco ago infisso nel terreno e il filo che spunta dall'altro lato della strada sono l'emblema del lavoro, dell'operosità. Sono anche metafora della moda, grande vanto di Milano. E sono innegabile testimonianza della rinnovata volontà di ricucire gli strappi, riparare le ferite nel campo dell'arte.

Per il momento Milano, a differenza di molte grandi città europee o nord-americane, non è ancora in grado di offrire al visitatore un importante museo d'arte moderna e/o contemporanea. Né può vantare edifici museali recenti di prestigio dal punto di vista architettonico.
Esistono collezioni permanenti di autori recenti. Purtroppo non godono delle attenzioni loro dedicate altrove. Ciò non può che stupire, trattandosi della città italiana a più alta densità di gallerie private e di collezionisti.
La storia artistica milanese è costellata di avvenimenti di rilievo: il futurismo, l'astrattismo tra le due guerre, il "chiarismo", Lucio Fontana e lo spazialismo, Piero Manzoni, la frequente presenza dei maggiori interpreti del Nouveau Réalisme. A questi avvenimenti ha fatto da contorno l'attività di critici e gallerie, di riviste specializzate della massima importanza, di un fitto seguito di collezionisti e appassionati.
Fino ad oggi a questo fervore non è corrisposto un adeguato attivismo a livello istituzionale. Come in tutte le cose italiane, si è assistito ad un procedere scoordinato, del tutto insufficiente sul piano organizzativo, specchio della mancanza di una precisa volontà. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

In anni recenti si è cominciato a parlare con insistenza di alcuni grandi progetti con lo scopo di riorganizzare e dare un assetto definitivo a tutto il comparto delle collezioni comunali d'arte moderna e contemporanea.
Ogni nuova idea è benvenuta! Ma a Milano di grandi progetti puntualmente disattesi se ne sono visti troppi. Per cui meglio non farsi ancora illusioni. I capolavori di Boccioni, Morandi, Sironi, Fontana delle Civiche Raccolte d'Arte aspettano da tempo.
E la città è stracolma di grandi collezioni private che, a titolo magari di prestito, potrebbero diventare visibili al pubblico in una sede espositiva.

Buio totale sul versante statale, incapace di realizzare le poche cose che si è prefissato in quel di Roma. In ballo da oltre 15 anni è la realizzazione di una sede staccata dalla Pinacoteca di Brera dedicata all'arte moderna. Il progetto di ristrutturazione di Palazzo Citterio si trova impantanato tra innumerevoli ostacoli di natura burocratica. A tutt'oggi la direzione scientifica deve fare i salti mortali per permettere la difficile convivenza in pinacoteca dei capolavori dell'arte antica con le opere del '900 italiano.
L'offerta espositiva pubblica a Milano negli anni '80 e inizio '90 sembrava addirittura eccessiva. Risultava articolata, infatti, in una miriade di sedi, più o meno provvisorie. Molte di queste oggi sono chiuse. Particolarmente grave è stata la chiusura fino al 1996 del più importante spazio espositivo pubblico milanese dedicato all'arte contemporanea, il Padiglione d'Arte Contemporanea, a causa l'esplosione che lo ha distrutto nel 1993. Altro grande polo espositivo è Palazzo Reale, che da tempo funzionamenta a regime ridotto per i radicali interventi di ristrutturazione.
All'attività un po' a singhiozzo di questi spazi ha fatto riscontro l'apertura di un numero impressionante di strutture private, organizzate prevalentemente sotto forma di "fondazioni". Alcune sono dedicate all'arte antica, altre all'arte moderna-classica, altre ancora specificamente all'arte contemporanea. Sono soprattutto queste istituzioni a variegare l'offerta culturale pubblica, nell'attesa che prendano corpo alcuni progetti concreti.

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