Kunsthalle Bremen, Brema (Bremen)
Collezioni
Otto Modersohn, Herbst im Moor, 1895
Kunsthalle Bremen, Brema
La collezione della Kunsthalle Bremen risulta costituita da quadri, sculture, disegni, stampe, fotografie, monete e dai prodotti della ricerca artistica d'avanguardia: installazioni, fotografie, video, ecc.
Il raggio d'azione copre vari campi: pittura antica, arte tedesca e francese dell'800, arte moderna e contemporanea, videoarte e media-art.
La sezione di arte antica riguarda la pittura tedesca del '400 e '500, la pittura fiamminga e olandese del '600, la pittura barocca francese e italiana. Presenta, inoltre, alcuni interessanti dipinti italiani del '300 e '400.
Tra tutte ricordiamo le opere di Masolino da Panicale, Altdorfer, Cranach, Matsys, Rembrandt, van der Neer, van Dyck, Nicholas de Largillers, Piazzetta e Magnasco.
Le sale di pittura tedesco dell'800 presentano opere di pittori neoclassici (Tischbein, von Kobell), nazareni (Overbeck, von Carolsfeld, von Schwindt) e romantici (Caspar David Friedrich). In una sala apposita sono esposte le opere dei cosiddetti "Deutsche Römer": Hans von Marées, Anselm Feuerbach, Arnold Böcklin.
Uno dei gruppi di opere più importanti è quello del Realismo e Impressionismo tedesco. Ricordiamo le tele di Wilhelm Leibl, Karl Schuch, Fritz von Uhde, Wilhelm Trübner, Adolf von Menzel, Hans Thoma, Max Slevogt, Max Liebermann. Inoltre, meritano una menzione a parte le 13 tele di Lovis Corinth.
Veramente unica nel suo genere è la sala dedicata alla colonia di artisti di Worpswede. Sorta a Worpswede nel 1899, riunì alcuni giovani talenti della regione: Otto Modersohn, Hans am Ende, Fritz Mackensen, Fritz Overbeck e Heinrich Vogeler. Le loro opere rappresentano ancora oggi il miglior documento di un'esperienza di lavoro in comune nella natura.
Le opere francesi dell'800 non sono numerose, ma di grande livello.
L'inizio del secolo fa da sfondo al dibattito tra Classicismo e Romanticismo. A rappresentarlo sono le tele di Carpaux, Coutoure, Téodore Géricault, Eugène Delacroix. L'esperienza della scuola di Barbizon e l'avvento del Realismo è, documetato da tele di Corot, Theodore Rousseau, Daubigny, Dupré, J.F. Millet, Honoré Daumier e Gustave Courbet.
Fiore all'occhiello sono alcune tele impressioniste e postimpressioniste: Edouard Manet (Ritratto di Astruc, 1863), Jonkind, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir (Paesaggio di Cagnes), Claude Monet (Camille, 1866), Edgar Degas, Paul Cézanne (Marines, ca 1898), Vincent van Gogh (Campo di papaveri, 1889), Henri de Toulouse-Lautrec (Ragazza nello studio. Hélène Vary, 1888), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard, Maurice Denis, Felix Vallotton.
La sezione del primo '900 è dedicata in prevalenza alle correnti sorte in Germania fino al 1933.
L'introduzione è costituita da un gruppo di tele di Paula Modersohn-Becker, lasciate dall'artista stessa alla morte.
L'espressionismo è rappresentato da alcune opere suggestive di Ernst Ludwig Kirchner (Milli che dorme), Erich Heckel, Karl Schmidt-Rottluff, Otto Müller (Bagnanti), Oskar Kokoschka, Edvard Munch, Emil Nolde, Franz Marc e August Macke. Max Beckmann è rappresentato da 10 opere, tra cui Autoritratto con sax, Apachentanz e un trittico.
In ambito internazionale spiccano le opere di André Derain, Kees van Dongen, Georges Rouault, Jules Pascin Georges Braque, Fernand Léger e Pablo Picasso (Sylvette).
L'arte del dopoguerra è rappresentata in modo frammentario. Predominano le opere dell'informale europeo, del Nouveau Réalisme, dell'arte concettuale e del Neoespressionismo. Opere di Antoni Tàpies, Peter Brüning, Emil Schumacher, Willi Baumeister, Karel Appel, Pierre Alechinsky.
Nell'area del neoespressionismo e della Nuova Figurazione si ricordano: Georg Baselitz, Gerhard Richter.
Nella grande galleria al piano terra convivono opere di periodi lontani. Da un lato, la scultura di Antonio Canova con Ercole e Caco. Dall'altra, un'installazione di Nam June Paik.
La presenza di opere multimediali prosegue al secondo piano, dove si trovano installazioni che sfruttano movimento, luce, suono, sequenze filmate e video. Tra esse, ricordiamo le opere di John Cage e Otto Piene.