Alberto Burri, Grande Cretto, Ruderi di Gibellina (TP)

Storia

Ruderi del terremoto nei pressi dell'antica Gibellina

Ruderi del terremoto nei pressi dell'antica Gibellina

Nella notte tra il 14 e il 15 Gennaio 1968 un violento terremoto colpisce la valle del Belice. Alcune località, tra cui Gibellina, Salaparuta e Poggioreale vengono distrutte completamente.
La cronaca dei giorni seguenti si occupa soprattutto dei soccorsi e del recupero delle vittime. Ben diverso il resoconto dei mesi e degli anni seguenti, costellato di problemi e dalle polemiche causate dagli scandalosi ritardi nella ricostruzione.
Nei centri più colpiti non rimane che ricostruire interamente gli abitati. Diverso il caso di Gibellina, dove la ricostruzione appare particolarmente problematica. Le ragioni principali sono: le disperate condizioni del centro abitato, la natura impervia del luogo.
Quando finalmente la macchina si mette in moto, l'amministrazione cittadina decide di edificare Gibellina in una posizione geografica completamente diversa. Viene scelto un vasto terreno pianeggiante più a Ovest, a ridosso delle principali vie di comunicazione (l'autostrada e la ferrovia).
Rimane aperta la questione del sito originario, con le macerie. Per molti dei suoi abitanti diventa una sorta di meta di pellegrinaggio dove ritrovare i luoghi dell'infanzia e della memoria, i resti di quella che fu per generazioni la casa di famiglia.

All'inizio degli anni '80, il sindaco di Gibellina Nuova Ludovico Corrao incontra Alberto Burri. Si parla del lavoro dell'artista, dei suoi Cretti. Si parla anche della necessità di lasciare sul luogo un segno, una testimonianza della tragedia a perenne ricordo delle vittime. Nasce l'idea di realizzare un enorme cretto, che si stende sui ruderi come una sorta di bianco sudario.
I lavori iniziano nel 1985. Gli autocarri cominciano ad inerpicarsi per trasportare sul luogo i materiali. Tra discussioni e polemiche, l'impresa viene interrotta nel 1989, quando ormai il grosso dell'opera è compiuto.

Oggi il Grande Cretto di Gibellina è la più grande opera d'arte ambientale in Italia.
La gente del luogo non ne è del tutto consapevole, e in alcuni casi lo contesta apertamente. Ma sono stati d'animo che bisogna comprendere. Come pure bisogna comprendere il disappunto di chi non trova più i resti della propria casa, su cui ricordare e pregare.
Al contrario non si riesce a comprendere la scarsa informazione dedicata alla grande opera e a tutti gli interventi compiuti nella nuova Gibellina.