Opere di Umberto Boccioni

Umberto Boccioni, "Forme uniche della continuità nello spazio", 1913, Museo del Novecento, Milano

Umberto Boccioni
Forme uniche della continuità nello spazio
1913
scultura in bronzo
110 x 89,5 x 40 cm
Museo del Novecento, Milano

In Forme uniche della continuità nello spazio il movimento è reso per sintesi e non per sequenza, come invece avviene nelle prove che precedono l'opera.
Boccioni, in effetti, realizza il suo "uomo futurista" per gradi, sulla base di altre sculture:

Passo dopo passo, elimina tutti i dettagli superflui. Così facendo raggiunge una perfetta compenetrazione tra la materia e ciò che la circonda, tra interno ed esterno.
Per quest'opera si è fatto riferimento alla Vittoria di Samotracia e a L'uomo che cammina di Rodin. Sicuramente si devono ricordare anche le ricerche fotodinamiche di Anton Giulio Bragaglia e il "modello non umano" di cui parla Marinetti in Guerra sola igiene del mondo. Un essere "dotato di organi inaspettati: organi adatti alle esigenze di un ambiente fatto di urti continui..." Un essere i cui muscoli sono spinti indietro dall'aria mentre avanza nello spazio.

Ci si potrebbe stupire del fatto che Boccioni abbia scelto come tema l'uomo e non la macchina in corsa o l'aereo, che meglio rappresentano il mito futurista della velocità. Ma nel 1913, in occasione di una sua mostra di sculture e disegni alla Galerie Boétie di Parigi, l'artista aveva elencato tra i suoi desideri quello di voler "fissare le forme umane in movimento". In fondo, l'interesse per l'uomo e per la sua interiorità erano stati al centro delle sue prime opere, intrise di Divisionismo, Simbolismo ed Espressionismo.