Umberto Boccioni

Biografia di Umberto Boccioni

Umberto BoccioniUmberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882.

Nel 1899, a Roma, si iscrive alla Scuola Libera del Nudo, e l'anno dopo stringe amicizia con Gino Severini. Nel 1903 dipinge Campagna romana, prima opera datata.
Nel 1905 espone alla "Mostra dei rifiutati", nel Teatro Nazionale di Roma.
Nel 1906 lascia Roma, ed effettua vari viaggi a Parigi e in Russia. Soggiorna a Padova e a Venezia, dove realizza diverse opere a olio e a pastello. Tra questi spicca il pastello La madre.
Verso la fine del 1907 si stabilisce definitivamente a Milano.
I primi mesi sono difficili. A pesargli è soprattutto l'isolamento intellettuale. Decisivo diventa, quindi, l'incontro con Gaetano Previati, che lo introduce alle tematiche del simbolismo.
Nel 1908 Boccioni dipinge ritratti, quadri a carattere simbolico e qualche veduta di città. Mano a mano, però, il fascino per la metropoli che si espande prende il sopravvento. In un Autoritratto del 1908 si ritrae sullo sfondo di una periferia con case in costruzione.
Nel 1910 Umberto Boccioni inizia a lavorare a La città che sale. L'opera segna il culmine della fase divisionista di Boccioni, e il passaggio a quella futurista.

Nel Febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica su Le Figaro il Manifesto del Futurismo. Boccioni, con Russolo e Carrà, incontra Marinetti.
L'incontro con Marinetti è fondamentale per la maturazione di Boccioni. Nelle idee del fondatore del Futurismo vede lo sbocco alle sue più autentiche aspirazioni.
Ad accelerare la svolta verso il Futurismo interviene anche l'influenza del Cubismo, che Boccioni studia a Parigi già nell'aprile 1910, ma soprattutto nel 1911.
Al 1910 risale la nascita del sodalizio intellettuale di Boccioni con Giacomo Balla, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Gino Severini. I primi sbocchi concreti sono di tipo teorico: il Manifesto dei Pittori Futuristi e il Manifesto Tecnico della Pittura Futurista.
Per vedere i primi risultati tangibili in pittura occorre attendere il 1911: le due versioni degli Stati d'animo, Visioni simultanee, La risata.

Umberto Boccioni, "Autoritratto", 1908 (partic.)Nel 1912 pubblica il Manifesto Tecnico della Scultura Futurista.
Già dalla fine del 1911 si dedica alla realizzazione di diversi modelli in gesso per sculture. Purtroppo, la maggior parte di essi finisce distrutta. Tra quelli conservati e fusi in bronzo figurano Sviluppo di una bottiglia nello spazio (1912) e Forme uniche della continuità nello spazio (1913).
Nel 1912 Boccioni dipinge anche le famose tele Materia e Elasticità. In esse cerca di approfondire tematiche già svolte in precedenza: il movimento in pittura, la compenetrazione di piani.

Gli anni 1912-14 per Umberto Boccioni sono molto densi di avvenimenti.
Nel 1912 partecipa alla mostra collettiva sul Futurismo presso la Galerie Bernheim-Jeune di Parigi. Dopo Parigi, la mostra fa tappa in varie città europee, tra cui Berlino, presso la Galerie Tierganrtenstrasse.
Nel 1913 partecipa a varie collettive. Tra esse spicca la mostra presso la galleria Der Sturm di Herwarth Walden. Contemporaneamente si applica allo studio del dinamismo del corpo umano attraverso una lunga serie di disegni e acquarelli. Sbocco di queste ricerche sono alcuni quadri importanti e alcune sculture.
Nel Gennaio 1914 prende parte allo "Herbstsalon", presso la galleria Der Sturm.

Nel 1914 Umberto Boccioni pubblica il saggio Pittura scultura futurista per le Edizioni futuriste di "Poesia". Nel saggio concentra le sue principali teorie e pubblica, datandole, svariate opere, tra cui le sculture andate distrutte.
Paradossalmente, poco dopo la pubblicazione segue un periodo di crisi creativa. È il preludio ad un cambio di rotta, che in breve lo porterà all'abbandono del futurismo. L'improvviso mutamento di stile culmina nel 1916, con il grande Ritratto del maestro Ferruccio Busoni.
Nel 1915 Umberto Boccioni si arruola nell'esercito e parte per il fronte. Congedato, viene richiamato alle armi nel 1916.

Umberto Boccioni muore nel 1916 a Sorte (VR), a causa di una caduta da cavallo.

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