Mostre di arte moderna e contemporanea
Giacometti. L'anima del Novecento. Sculture, dipinti, disegni
6 marzo - 19 giugno 2011
Museo d'Arte di Gallarate - MAGa
Via De Magri, Gallarate (VA)
Tel. 0331-791266
Orari: mar-dom 9:30-19:30, lunedì chiuso
A un anno dall'apertura, il Museo d'arte moderna e contemporanea di Gallarate, che è stato inaugurato con una bella mostra su Modigliani, tenta nuovamente la carta del "grande artista" e lo va a scegliere tra uno dei più importanti e quotati del '900, Alberto Giacometti, di cui viene proposto però un profilo inedito, quasi "intimo". Le opere esposte, infatti, sono quasi tutte di proprietà della famiglia e non sono mai state viste in Europa da quando hanno lasciato lo studio parigino di Rue Hippolyte Maindron, una sorta di "fucina del creatore", totalmente priva di confort, dove l'artista passava buona parte della giornata in compagnia del fratello Diego, che lo aiutava nel lavoro e fungeva anche da modello.
Il percorso espositivo, suddiviso su due piani, dopo una breve accenno ai lavori giovanili, si concentra sulle opere della maturità e propone 95 opere, di cui soltanto 49 sono sculture. Un fatto che potrebbe sembrare strano, dato che Giacometti viene sempre associato alla sua produzione plastica, ma è frutto di un ragionamento tutt'altro che superficiale. Nel corso della sua vita, l'artista ha realizzato, infatti, anche dipinti, incisioni e, soprattutto, disegni, che questa mostra ha deciso di rivalutare. Giacometti, infatti, non smetteva mai di scarabocchiare e, se non aveva sottomano dei fogli, lasciava i suoi schizzi sui libri, sui quotidiani, sui tovagliolini dei bar e perfino sulle pareti dello studio. Questi bozzetti, tracciati velocemente e istintivamente gli servivano per fissare le idee e i pensieri, per prepararsi ai lavori successivi. Sono quindi fondamentali per capire il suo modo di essere e di fare arte.
I soggetti delle opere esposte, ma anche della maggior parte di quelle che ha realizzato, sono quasi sempre i membri della famiglia, il padre, la madre, la sorella Ottilia e il fratello Diego. Qualche volta, la moglie Annette. Si va dalle sculture piccolissime del periodo riduzionista a quelle di dimensioni più grandi del normale, come la Grande Femme del 1959-60 e la Figura del 1956, che arrivano dalla GNAM di Roma. Ci sono busti, teste, figure intere, maschili e femminili, con e senza piedestallo. Ad accomunarle è il modo tormentato con cui Giacometti tratta la materia, il senso di fragilità che trasmettono quei volti frontali, fissi, e quei corpi emaciati, scavati, corrosi, che sembrano portare addosso le ferite degli anni e della vita.
Un risultato che trova riscontro in una visione estetica e morale, vicina a quella dell'esistenzialismo. Dopo aver aderito al Surrealismo, da cui venne espulso nel 1935 per il suo interesse per le figure, Giacometti aveva deciso, infatti, di dedicarsi a quello che considerava un compito difficilissimo, se non impossibile, quello di riprodurre l'essenza della realtà e dell'animo umano, di "catturare in un ritratto tutto il potere contenuto in un testa". Gli anni erano quelli della guerra e del dopoguerra e le sue opere rispecchiano perfettamente la tragedia di quel periodo drammatico in cui l'uomo, dopo aver sperato nel progresso, si rende conto della sua solitudine, della sua fragilità, e non sa più in chi o in cosa credere.
La mostra è curata da Michael Peppiatt, che conosce molto bene l'opera dell'artista. Oltre ad aver scritto un libro dedicato allo studio di Giacometti, ha avuto, infatti, la possibilità di esaminare la collezione degli eredi e di consultare l'archivio di uno dei rami della famiglia. Un materiale molto interessante che gli ha permesso di scoprire l'irresistibile attrazione di Alberto per il disegno, che è la vera novità di questa rassegna, resa ancora più completa grazie alle fotografie e ai video che documentano la vita e l'opera di Giacometti.
Com'è consuetudine del MAGa, la mostra è arricchita da un vasto programma di attività didattiche e laboratori per tutte le età ed è accompagnata da un bel catalogo in due volumi, pubblicato da Electa.
Dopo aver ammirato i lavori di Giacometti, vi consigliamo di dare un'occhiata alle opere di proprietà del museo. Una raccolta molto interessante, che si è recentemente arricchita di alcuni pezzi della Collezione di Paolo Consolandi e consente di farsi un'idea della produzione artistica italiana dagli Anni Cinquanta a oggi.