Mostre di arte moderna e contemporanea
Ileana Sonnabend. Un ritratto italiano
29 maggio - 2 ottobre 2011
Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni - San Gregorio 701, Venezia
Info. 041-2405411
Orari: 10-18, martedì, 25 e 26 dicembre chiuso
Peggy Guggenheim, che è stata la fondatrice di questo splendido museo veneziano, è stata una delle più grandi collezioniste e galleriste del '900, ma non è stata certo l'unica. Non si può, infatti, dimenticare la figura di Ileana Sonnabend (1914-2007), che, nel 1962, ha dato vita a una delle più importanti gallerie d'arte internazionali, con sede prima a Parigi e poi a New York. Dopo esser stata per anni l'anima oscura della Galleria di Leo Castelli, che era il suo primo marito, si decise, infatti, a mettersi in proprio e, grazie a un fiuto formidabile e a un entusiasmo senza pari, è riuscita a non farsi sfuggire nessun artista degno di nota da Jasper Johns in poi.
Nata a Bucarest da una ricca famiglia rumena di origini ebree, Ileana Shapira, ebbe una gioventù dorata, spesa in giro per l'Europa tra feste, negozi e musei. Fin da piccola mostrò, infatti, un profondo interesse per l'arte che manifestò anche al momento di fidanzarsi. Al posto di un anello chiese e ottenne, infatti, un dipinto di Matisse. A donarglielo fu, ovviamente, Leo Castelli, che Ileana conobbe nel 1933, quando ancora lavorava per una compagnia di assicurazioni e non si occupava d'arte.
Nel 1935, i due giovani, ormai sposati, si trasferirono a Parigi, attratti dal clima mondano e culturale di quella città, che li accolse a braccia aperte.
Nel 1939 Castelli, che era riuscito a introdursi nell'ambiente artistico surrealista, decise di lasciare il lavoro in banca e di aprire una galleria in Place Vendôme insieme a René Drouin, un giovane arredatore francese che aveva sposato una compagna di scuola di Ileana. L'esperienza comunque ebbe vita breve. La guerra, infatti, li spinse a riparare a New York, dove, si era già trasferito anche il padre di Ileana.
In questa città ritrovarono alcuni degli amici parigini, tra cui molti surrealisti, come Matta, che avevano iniziato a frequentare la galleria di Peggy Guggenheim. E fu grazie a loro, Peggy e John Graham, che era il secondo marito della madre di Ileana, che Leo e sua moglie entrarono in contatto con altri artisti innovativi.
Nel dopoguerra Castelli ritornò a Parigi e incontrò nuovamente Drouin, che aveva ancora la galleria. I due decisero di riprendere la collaborazione vendendo oltre Oceano le opere d'arte. A collocarle ci pensava Leo, che però si comportava come un dealer contattando di volta in volta collezionisti o direttori di musei. Una delle sue migliori clienti era Illa Rebay, che comprava per Solomon R. Guggenheim.
Anche se molti amici artisti, gli espressionisti astratti in particolare, gli avevano chiesto di aprire una galleria, Castelli non si sentiva ancora pronto e continuava a rimandare la sua decisione. Qualche volta comprava dei quadri, ma non aveva molti mezzi. Ileana, che era più ricca e impulsiva, ne acquistava sicuramente di più.
Tutto cambiò nel 1957 quando i Castelli si decisero ad aprire una galleria all'interno del loro appartamento, dove misero in vendita le opere di artisti europei e americani che facevano parte della loro collezione e avevano comunque già un mercato. I primi artisti innovativi che decisero di proporre furono Jasper Johns e Robert Rauschenberg, che piaceva moltissimo a Ileana.
Il successo delle loro mostre fu un fenomenale trampolino di lancio per la Galleria Castelli, ma le strade di Leo e Ileana erano destinate a dividersi, anche se i due mantennero sempre ottimi rapporti.
Dopo la separazione, avvenuta nel 1960, Ileana, si sposò con Michael Sonnabend, uno studioso di Dante, che aveva conosciuto durante la guerra quando frequentava la Columbia University, e continuò da sola la sua avventura nel mondo dell'arte.
Dopo aver vissuto per un po' a Roma, dove ebbe modo di conoscere gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo, Ileana si trasferì a Parigi e, nel 1962, decise di aprire una galleria in Quai des Grands-Augustins. La prima mostra la dedicò anche lei a Jasper Johns, poi, quando traslocò in uno spazio più ampio, in Rue Mazarine, cominciò a proporre Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jim Dine, James Rosenquist, Claes Oldenburg, George Segal, Donald Judd e Robert Morris.
Anche se la galleria parigina restò aperta fino alla fine degli anni '80, nel 1968 Ileana ritornò a New York, dove aprì un altro spazio, prima in Madison Avenue, poi a Soho e, infine, a Chelsea, dove continuò a proporre gli artisti della sua scuderia, che, col passare del tempo, era diventata sempre più importante e considerata. Agli artisti americani pop e minimal, si erano aggiunti, infatti, anche gli artisti italiani dell'Arte Povera, i "nuovi selvaggi" tedeschi, gli artisti concettuali e alcuni maestri della fotografia.
Grazie al suo fiuto eccezionale, che non aveva nulla da invidiare a quello di Leo, Ileana era riuscita, infatti, a scovare talenti straordinari passando con disinvoltura da un movimento all'altro, da un artista all'altro, e a dare un contributo fondamentale alla conoscenza dell'arte contemporanea portando in Europa gli artisti americani e in America quelli europei.
Un'altra caratteristica che accomuna Ileana a Peggy è l'amore per l'Italia ed è per questo che questa rassegna, curata da Philip Rylands, che è il direttore della Collezione Guggenheim di Venezia, e da Antonio Homem, che è il direttore della Sonnabend Gallery di New York, ma anche il figlio adottivo di Ileana e Michael, pone l'accento sugli artisti della Collezione Sonnabend che hanno mostrato interesse per le tradizioni e i paesaggi del nostro paese. Questo comunque non vuol dire che le opere, che spaziano tra pittura, scultura, fotografia e installazione, siano state realizzate soltanto da autori che sono nati o hanno vissuto in Italia. Accanto ad artisti come Fontana, Rotella, Schifano, Manzoni, Festa e i principali esponenti dell'Arte Povera (Pistoletto, Zorio, Calzolari, Merz, Anselmo e Kounellis), figurano, infatti, anche artisti americani, come Twombly, Rauschenberg, Lichtenstein, Morris e Koons, e fotografi internazionali, come Bernd e Hilla Becher, Candida Höfer, Hiroshi Sugimoto ecc.
Il ritratto di Ileana, che è un po' il simbolo di questa mostra, è stato realizzato da Warhol, che la Sonnabend, considerata la "mamma della Pop Art" contribuì a far conoscere in Europa in occasione di una grande collettiva che si tenne, nel 1964, nella sua galleria parigina.