Storia dell'arte: arte moderna

I Nabis.
Il "Talismano" e altri aspetti singolari sui Nabis

Paul Sérusier, "Le talisman (Il talismano)", 1888

Paul Sérusier
Le talisman (Il talismano)
1888

Nel 1888 Paul Sérusier si recò a Pont-Aven, in Bretagna. Qui entrò in contatto con Paul Gauguin ed Emile Bernard. Ebbe così modo di apprendere la tecnica sintetista. Sotto la guida dello stesso Gauguin, realizzò un piccolo dipinto sul coperchio di una scatola di sigari, che intitoloò Le talisman (Il talismano).
Tornato a Parigi, mostrò il quadretto ai suoi giovani compagni dell'Academie Julian: Maurice Denis, Pierre Bonnard, Paul Ranson, Edouard Vuillard. Raccontò loro come Gauguin lo avesse incitato a dipingere in modo libero, svincolandosi dal bisogno di imitare la natura.
Il dipinto, che raffigura un paesaggio, è costituito da zone piatte di colori puri, accostate tra loro in una trama quasi astratta. Oggi si trova Musée d'Orsay di Parigi.
Le cronache raccontano che il piccolo dipinto e l'entusiasmo che suscitò tra gli amici di Sérusier fossero stati alla base della nascita dei Nabis.

A livello ideologico, i Nabis erano animati da un profondo spirito di libertà. Erano contro l'autoritarismo. Disprezzavano le sicurezze e le convenzioni piccolo borghesi.
Il nome "Nabis" li qualificava come profeti. E come veri profeti si riunivano nell'atelier di Ranson, come in una sorta di tempio. Indossavano abiti appositi e parlavano uno strano linguaggio cerimoniale. Nel corso dei loro incontri parlavano d'arte, scienze occulte ed esoterismo.

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