Storia dell'arte: arte dell'Ottocento

I Nabis

Felix Vallotton, "Il pallone", 1899, partic.Il gruppo dei Nabis si formò a Parigi nel 1888.
"Nabis", adattamento del termine ebraico "nebiim", stava a significare "profeti", "ispirati". Il nome di per se non chiarisce molto del gruppo, ma indica la sua appartenenza all'ambito del Simbolismo, di cui incarna la seconda ondata.

I Nabis partirono dall'esperienza di Paul Gauguin e dei suoi amici nel ritiro di Pont-Aven, in Bretagna.
Attraverso la testimonianza diretta di Paul Sérusier recepirono il sintetismo di Gauguin soprattutto in chiave stilistico-formale. In particolare, l'idea di una pittura che non sia riproduzione della realtà visiva, bensì ricostruzione, ricomposizione della realtà sulla tela, alla luce del sapere e del sentire.
Da Gauguin mutuarono anche l'interesse per la grafica giapponese e il gusto per l'eleganza della linea sinuosa. Rielaborano la tecnica pittorica di Gauguin basata su stesure ampie di colore puro dai contorni sinuosi. Filtrarono il "cloisonnisme" di Emile Bernard, che consisteva in zone di colore piatto delimitate da contorni netti, scuri, come nelle antiche vetrate.

A livello teorico, la linea interpretativa dei Nabis prendeva le distanze sia dall'Impressionismo che da Cézanne e van Gogh. Al centro del loro lavoro non era la rappresentazione della realtà visiva degli impressionisti, nè tantomeno la forza espressiva (van Gogh). Il vero scopo era la struttura intrinseca del quadro. La questione viene precisata da una nota affermazione di Maurice Denis:

"... Ricordarsi che un quadro, prima di essere un cavallo da battaglia, un nudo o un aneddoto qualunque, è essenzialmente una superficie piana coperta da colori disposti in un certo ordine..."
In parole povere, il quadro non ha importanza per quello che rappresenta, ma in quanto tale, per quello che è. La verosimiglianza con il visibile, o i contenuti profondi di un'opera si piegano di fronte all'armonia della composizione e dei colori.

I principali esponenti dei Nabis furono Paul Sérusier (1864-1927), Pierre Bonnard (1867-1947), Edouard Vuillard (1868-1940), Maurice Denis (1870-1943), Ker Xavier Roussel (1867-1944), Paul Ranson (1864-1909), Felix Vallotton (1865-1925) e Aristide Maillol (1861-1944).
Con sfumature diverse sposarono l'idea della pittura come sintesi di vedere, sapere e sentire.
La loro tecnica appare sostanzialmente bidimensionale, ma con differenze tra un artista e l'altro. Allo stesso modo varia la gamma dei soggetti: paesaggi, scorci di città, scene d'interni, scene sacre, composizioni mitologiche, fino a soggetti usuali come le nature morte.

I principali esponenti furono Paul Sérusier (1864-1927), Pierre Bonnard (1867-1947), Edouard Vuillard (1868-1940), Maurice Denis (1870-1943), Ker Xavier Roussel (1867-1944), Paul Ranson (1864-1909), Felix Vallotton (1865-1925) e Aristide Maillol (1861-1944). Iniziatore fu Sérusier, che al suo ritorno dal soggiorno a Pont-Aven mostrò ai compagni un quadretto dipinto a tecnica simbolista, denomiato Talismano.
I giovani membri erano in gran parte studenti presso l'Academie Julian di Parigi.
Non si dedicarono esclusivamente alla pittura, ma si occuparono anche di decorazione e illustrazione. Produssero tra l'altro francobolli, carte da gioco, marionette, manifesti, paraventi, carte da parati, decorazioni murali. Dal 1890 collaborarono con la rivista "Revue bianche" con disegni e incisioni.

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