Storia dell'arte: l'Informale
Caratteristiche dell'Informale.
Pittura materica
La poetica della "materia" è alla base della pittura materica.
L'artista applica sul quadro strati spessi e rugosi di colore, spento e scialbo. Talora mescola altri materiali, come colla, stoffa, sabbia, sassi. Dimodoché, l'effetto ottenuto può assumere il carattere di una solidità quasi scultorea.
In generale, si tratta di un tipo di pittura dal procedimento più lento rispetto ad altri indirizzi dell'Informale. L'artista, infatti, calcola attentamente l'equilibrio compositivo del quadro, cerca di valorizzarne al massimo le caratteristiche della superficie. Il suo interesse non è rivolto tanto alla forma rappresentata o al gioco delle tinte. Si focalizza piuttosto sulla trama e il colore della materia, cercando nel contempo di salvaguardare l'armonia complessiva dell'immagine.
Attraverso questo procedimento l'artista sonda le potenzialità energetiche ed evocative della materia nuda e cruda, del tutto autonoma, svincolata da un'immagine. Le concrezioni di materia pittorica, che sembrano sospese nel vuoto, diventano quindi metafora di una ricerca esistenziale. Una ricerca volta a scoprire qualcosa di autenticamente genuino, da poter opporre alla desolante mancanza di certezze.
Gli esponenti più importanti a livello internazionale sono:
In questo ambito si possono citare anche i nomi degli spagnoli Manolo Millarès, del francese Raoul Ubac, dei tedeschi Emil Schumacher e Bernhard Schultze, degli scultori italiani Leoncillo e Umberto Milani.
La focalizzazione del lavoro artistico sulla materia e sulla sua energia va distinto rispetto allo sfruttamento delle proprietà della materia all'interno di un lavoro artistico incentrato su altre tematiche. In questo secondo caso non si parla di "poetica della materia", ma di "effetti materici".
Oltre agli artisti sopracitati, nel dopoguerra un folto gruppo di artisti europei ha fatto uso di effetti materici nelle proprie opere. In Italia, è il caso di autori del cosiddetto "ultimo naturalismo" (Ennio Morlotti, Sergio Vacchi, ecc.), di Giuseppe Santomaso, Toti Scialoja e Renato Birolli. In Spagna è il caso di Rafael Canogar, Luis Feito, Lucio Muñoz e Josep Guinovart. In Germania si possono citare Gerhard Hoehme e Karl Fred Dahmen. Spicca poi il fitto lavoro di cesello cui il canadese Jean-Paul Riopelle sottopone il suo lavoro astratto di derivazione naturalista.