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Spot-light: musei specializzati in arte contemporanea
Arte moderna e arte contemporanea a confronto
Cosa significa "arte contemporanea"? È piuttosto difficile dirlo senza scontentare qualcuno.
Attorno a questo termine aleggia una grande confusione, e ad alimentarla sono, manco a dirlo, soprattutto gli specialisti, gli addetti ai lavori... Ponendo la domanda ad uno specialista di arte medievale e ad un curatore di mostre sulla produzione artistica più attuale, la diversità delle risposte lascerebbe stupiti. A seconda dei punti di vista, infatti, l'espressione può essere usata per indicare tutta l'arte del '900 (e persino dell'800), o solo l'arte del dopoguerra, o l'arte dagli anni '60 in avanti, o addirittura solo l'arte degli ultimi 15-20 anni. Insomma, tutto dipende da chi ci sta di fronte...
Qual'è la differenza?
Chiedere cosa sia l'arte contemporanea non è che un modo di porre un'altra domanda: qual'è la differenza tra "arte moderna" e "arte contemporanea". Esistono svariate correnti di pensiero. Visto però che Artdream guide si occupa di musei e che sono i musei stessi a fregiarsi di denominazioni che fanno riferimento a queste due espressioni, cercheremo di appellarci proprio a loro per capire se può esistere una linea demarcazione tra "arte moderna" e "arte contemporanea".
Dando un rapido sguardo ai musei ritenuti principali punti di riferimento nel campo dell'arte recente (Nord America, Olanda, nazioni di lingua tedesca), emergono tre posizioni prevalenti. Un primo gruppo, comprendente musei che abbracciano un arco di tempo ampio, fissa una linea di separazione in corrispondenza della fine della seconda guerra mondiale: "moderna-classica" è la produzione artistica antecedente, e "contemporanea" l'arte dal 1945 in avanti. Il secondo gruppo, invece, considera l'informale e l'espressionismo astratto prolungamenti delle esperienze artistiche antecedenti, assegnando un'importanza cruciale a quelle correnti che ne decretarono il superamento all'inizio degli anni '60: la Pop Art, il Nouveau Réalisme, le correnti ottico-cinetiche, le operazioni azioniste-comportamentali. Il terzo gruppo, non tanto distante dal precedente, sembrerebbe collocare il limite un po' più in avanti, alla fine degli anni '60, in coincidenza con l'avvento del minimalismo, del concettuale e della Land Art: una scelta non particolarmente giusticata, tanto da sembrare frutto più di ragioni pratiche, che teoriche.
Una distinzione necessaria
Perché non dire solo "arte moderna" o solo "arte contemporanea"? Questa distinzione è proprio necessaria?
Dipende...
Nella vita le distinzioni sono spesso cerebrali. In alcuni casi, invece, servono a semplificare un problema. In generale, quindi, operare distinzioni ha senso solo se si approfondisce un argomento in misura tale da necessitare una semplificazione.
Distinguere tra "arte moderna" e "arte contemporanea" non ha molto senso quando si guarda alla storia dell'arte nel suo complesso, cioé dagli antichi Egizi ad oggi. Invece di semplificare, complicherebbe le cose (e di fatto le complica...).
Il discorso cambia notevolmente se ci si occupa della storia dell'arte dagli impressionisti ad oggi o, meglio ancora, dal primo '900 ad oggi. In questo caso, può essere utile sul piano pratico mettere in risalto la differenza tra un'arte abbastanza recente, ma già ampiamente storicizzata, e un'arte ancora più recente, non ancora storicizzata o non del tutto conclusa nella sua vicenda. Vantaggio immediato sarà quello di considerare alcune opere come documenti di sperimentazioni e ricerche del passato e altre come espressioni della sperimentazione del presente. Il legame delle opere più recenti con l'attualità serve a far luce su aspetti della nostra vita, che potrebbero avere importanti conseguenze nel nostro futuro. Inutile negarlo: il '900 non è più il nostro tempo! La produzione artistica del '900 nel suo complesso non è più contemporanea. Lo può essere quella degli ultimi 15-20-30 anni. E sotto questo profilo la distinzione si rivela corretta anche sul piano teorico.
Poi, come spesso succede, le distinzioni possono generare schematismi. Gli schematismi generano barriere rigide e bloccano la creatività. Ma non è colpa delle distinzioni, bensì del cattivo uso che di esse si fa.
Le distinzioni possono essere sconvolte, rimescolando le carte. Paralleli tra opere di movimenti e epoche differenti sono fonte di stimolo e di maggiore comprensione sia delle opere che delle epoche stesse. Ed è proprio dal fatto di riferirsi a campi "distinti" che scaturisce la spettacolarità di simili paralleli. Quindi, ben vengano gli accostamenti interepocali, come quelli messi in scena nel recente allestimento della Tate Modern di Londra. Ancora di più, ben vengano quelli multidisciplinari, quando riescono a suggerire le attinenze tra attività artistica, espressioni della creatività e vita quotidiana.