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Conclusi i restauri, il Fai apre al pubblico Villa Necchi Campiglio, una splendida dimora nel cuore di Milano
Villa Necchi Campiglio
Via Mozart 14, Milano
Info. 02-6592330 / 02-467615319 / 02-76022905
Orari: mer-dom 10-18 con visita guidata
(ARCHIVIO 2008) Il 30 maggio 2008 il FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) ha aperto al pubblico Villa Necchi Campiglio, una splendida casa museo, situata nel centro di Milano, che la Fondazione ha ricevuto in dono nel 2001 da Gigina Necchi, che, per tanti anni, ha abitato qui col marito, Angelo Campiglio, e la sorella Nedda.
L'edificio, circondato da un bel giardino con tennis e piscina, è stato progettato nei primi anni '30 dall'architetto Piero Portaluppi, che ha lasciato la sua impronta un po' dappertutto curando anche i dettagli e l'arredamento.
Gli interventi di restauro, necessari al ripristino dell'immobile, all'adeguamento degli impianti e al reperimento di spazi per la realizzazione di mostre, l'accoglienza del pubblico e i servizi essenziali, sono stati curati dall'architetto Piero Castellini, nipote di Portaluppi, che li ha portati avanti in maniera rispettosa tenendo presenti, ove possibile, le soluzioni originarie. La villa riveste, infatti, notevole importanza storica perché, anche se conserva tracce del precedente gusto déco e di successivi interventi di Tomaso Buzzi, è di fatto uno dei primi esempi di architettura razionalista a Milano.
Per terminare i lavori, che sono costati circa 6 milioni di Euro, ci sono voluti 3 anni. Ma non si sarebbe potuto fare nulla senza il sostegno delle istituzioni e di sponsor privati, che hanno garantito i necessari finanziamenti.
Oltre ai mobili d'epoca, che restituiscono il clima del tempo e mostrano come viveva allora la ricca borghesia milanese, Villa Necchi Campiglio ospita due importanti collezioni d'arte: quella della gallerista Claudia Gian Ferrari, che contiene molti capolavori del primo '900 italiano, già visti nel 2006 a Villa Menafoglio Litta Panza, un'altra splendida dimora del FAI, e quella dell'imprenditore Alighiero de' Micheli, che la Fondazione ha ricevuto in dono nel 1995 e conserva dipinti di Canaletto, Tiepolo, Marieschi e Rosalba Carriera, porcellane cinesi, mobili, miniature e ceramiche del XVIII secolo.
Le opere messe a disposizione da Claudia Gian Ferrari, in larga parte acquistate dal padre Ettore, che è stato un grande gallerista, ma anche il responsabile dell'ufficio vendite della Biennale di Venezia, sono esposte un po' qua e un po' là nelle sale del pianterreno e nell'atrio.
All'ingresso sono collocati due "pezzi da novanta" della collezione, L'amante morta (1921) di Arturo Martini e La famiglia del pastore (1929) di Mario Sironi.
Superata la biblioteca, localizzata a sinistra, si accede a un salone, rimaneggiato da Tomaso Buzzi, dove si trovano le opere di altri 3 grandi maestri del Novecento italiano, Giorgio de Chirico, Savinio e Giorgio Morandi.
Ritornando nella hall e andando verso destra si incontra lo Studio di Angelo Campiglio, dove ora sono appesi i quadri di Filippo de Pisis.
Uno spazio particolare è riservato a Il puro folle (1930) di Adolfo Wildt, ospitato nella veranda ad angolo, che affaccia sul parco. Le opere interessanti comunque sono davvero tante, tra cui quelle di Felice Casorati, Fausto Pirandello, Gino Rossi, Piero Marussig, Achille Funi, Marino Marini e Timo Bortolotti, il nonno di Claudia, che oggi quasi nessuno ricorda, ma, nel 1937, condivise il Gran Prix della scultura con Arturo Martini.
Per inaugurare la Villa, che è ormai diventata una moderna realtà museale, destinata a ospitare anche eventi, incontri, convegni ecc., il FAI ha deciso di proporre una mostra affascinante, dedicata all'India, che resterà aperta dal 4 al 15 giugno.
Il progetto espositivo, decisamente articolato, prevede una mostra fotografica, "Lucknow - City of Illusion", che testimonia lo splendore e il declino della città di Lucknow, culla della cultura dei Nawabs (i Nababbi) e centro propulsore di uno dei primi episodi della rivolta degli indiani contro il dominio britannico, una conferenza di Tara Gandhi Battacharjee, nipote del Mahatma (6 giugno, ore 18:30), e una di Angela Terzani Staude, moglie di Tiziano Terzani (9 giugno, ore 18).
I momenti di riflessione si alterneranno a eventi meno impegnativi, ma ugualmente interessanti, pensati per tutti i gusti e tutte le età. I bambini, infatti, potranno ascoltare fiabe e vedere spettacoli teatrali originari dell'India, i grandi, invece, sentire musica, ammirare oggetti (mobili, tessuti, gioielli) o degustare cibi tipici di quel paese lontano, ricco di fascino e tradizione.
Se per accedere al museo occorre pagare, il giardino invece è aperto a tutti gratuitamente dalle 10 alle 21 e non ci sono giorni di chiusura. Si entra dalla caffetteria, che, assieme al bookshop, fa parte dei servizi a disposizione del pubblico.