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La romanzesca vicenda del Ritratto di Adele Bloch-Bauer I di Gustav Klimt
Il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I di Gustav Klimt ha trovato la sua sistemazione definitiva. È di questi giorni, infatti, la notizia che il capolavoro è stato acquistato dal magnate dei cosmetici Ronald S. Lauder per la stratosferica cifra di 135 milioni di dollari.
L'operazione si è svolta a trattativa privata e l'ammontare della cifra non è stato ancora confermato a livello ufficiale. Lauder ha però già dichiarato che destinerà il quadro alla Neue Galerie, un piccolo museo di arte austriaca e tedesca a New York.
L'opera è uno dei più famosi capolavori di Gustav Klimt del cosiddetto periodo "d'oro" (1905-09). Misura 138x138 cm. e raffigura Adele Bloch-Bauer, moglie di un industriale dello zucchero di origini ebraiche.
La figura della donna si staglia su una sorta di prato dorato e finemente cesellato di tasselli colorati. Una fitta decorazione a foglia d'oro avvolge e ricopre tutto il suo corpo. In mezzo a tanta preziosità spicca il volto, che riassume l'ambiguo contrasto tra erotismo e caducità della vita, comune ai migliori ritratti di Klimt.
Per realizzare l'opera, Klimt impiegò quasi 3 anni. Nello stesso periodo dipinse altri celebri capolavori, come Il bacio (1907-08), La speranza II (1907-08) e L'abbraccio (ca 1905-09).
La vicenda del quadro è quanto mai romanzesca e si intreccia con gli eventi che hanno segnato la seconda guerra mondiale.
L'opera fu commissionata a Klimt da Ferdinand Bloch-Bauer, marito della persona ritratta. Piacque così tanto che, quattro anni dopo, i coniugi ne chiesero a Klimt una seconda.
Adele morì di meningite nel 1925. Nel testamento aveva espresso il desiderio, che, una volta morto il marito, l'opera passasse allo stato austriaco assieme alle altre di Klimt in loro possesso.
In seguito all'annessione dell'Austria da parte della Germania nazista, le opere furono confiscate. In parte, vennero vendute e, in parte, furono affidate alla Österreichische Galerie Belvedere di Vienna.
Irritato per l'accaduto, Ferdinand Bloch-Bauer, che nel frattempo si era rifugiato in Svizzera, decise di revocare le precedenti disposizioni testamentarie.
Morì nel 1945 e, non avendo figli, lasciò in eredità tutti i beni confiscati ai figli di suo fratello Gustav, tra cui Maria, l'unica ancora in vita, che, nel 1942, si è trasferita a Los Angeles col marito Fritz Altmann.
Finita la guerra, le 3 opere, tra cui i due ritratti di Adele, sono rimaste alla Österreichische Galerie e il ritratto in questione si è ritrovato fianco a fianco con Il bacio, l'altro grande capolavoro del periodo "d'oro".
In seguito, sono arrivati qui anche altri due dipinti di Klimt. Facevano parte della collezione Bloch-Bauer ed erano stati venduti dai nazisti.
Per molto tempo, gli eredi di Ferdinand Bloch-Bauer hanno cercato di recuperare i beni confiscati. Hanno ottenuto qualcosa, ma non sono riusciti a farsi restituire le cinque opere di Klimt. Il governo austriaco, infatti, ha sempre sostenuto che la loro collocazione corrispondeva alle volontà espresse a suo tempo da Adele Bloch-Bauer.
Tutto è cambiato nel 1998, quando il governo austriaco ha approvato una legge che rendeva pubblici gli archivi segreti.
Grazie alle ricerche di alcuni giornalisti, Maria Altmann è venuta a conoscenza di tutti gli aspetti della vicenda, ha assunto un avvocato e, nel 2000, ha citato il governo austriaco negli USA.
In pochi pensavano che ce l'avrebbe fatta, ma nel 2004 il caso è passato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti e, nel gennaio 2006, un tribunale austriaco ha decretato la restituzione, a lei e ai suoi eredi, delle 5 opere di Klimt.
Tornata in possesso dei quadri, Maria Altmann li ha concessi in prestito al Los Angeles County Museum, dove sono in mostra dal 4 aprile al 30 giugno.
In seguito, fino alla fine di settembre, verranno esposti tutti assieme alla Neue Galerie, dove poi rimarrà soltanto il Ritratto di Adele.
Sul destino delle altre 4 opere di Klimt - Ritratto di Adele Bloch-Bauer II (1912), Bosco di Betulle (1903), Albero di mele I (1911 o 1912), Case a Unterach sull'Attersee (1916) - per ora non si sa nulla. È comunque possibile che siano consegnate a Christie's per essere vendute all'asta. In tal caso, la loro stima complessiva potrebbe superare i 100 milioni di dollari.
Il desiderio di Maria Altmann, oggi novantenne, è comunque sempre lo stesso, che finiscano anch'esse in qualche museo.