Villa Menafoglio Litta Panza, Varese
Veduta di Villa Panza (Villa Menafoglio Litta Panza) a Varese (Biumo Superiore)
Villa Menafoglio Litta Panza di Varese è una casa-museo e centro espositivo di arte moderna e contemporanea.
Appartiene al FAI (Fondo Ambiente Italiano), che ne cura la conservazione e ne gestisce l'attività espositiva.
Villa Menafoglio Litta Panza è compresa nel territorio di Biumo Superiore, località alla periferia Nord di Varese. Sorge su una vasta area verde, dove si trova anche la Villa Ponti.
Il complesso della villa risulta costituito dal corpo principale della villa stessa, dall'ala dei "rustici", dalla "scuderia grande" e dall'ampio parco di 33.000 metri quadrati che circonda le costruzioni.
Il corpo principale della villa ha pianta a "U", con le due braccia rivolte verso il giardino interno. Vista dall'entrata principale di Piazza Litta 1, l'ingresso della villa si presenta semplice e spoglio e quasi non si distingue dalle altre costruzioni.
Le origini della Villa Menafoglio Litta Panza risalgono alla fine del '600, quando venne costruito il primo nucleo di edifici.
Acquistata nel 1735 dal banchiere e marchese Paolo Antonio Menafoglio, l'edificio venne sottoposto a lavori di ampliamento. Nello stesso tempo venne sistemato il parco circostante.
Nel 1823 la villa venne acquistata dal duca Pompeo Litta Visconti Arese. L'edificio principale venne riadattato, in modo da includere un'ampia sala in stile neoclassico. Vennero modificati i rustici e il parco fu ridisegnato all'inglese.
Nel 1931 la villa fu acquistata dal conte Ernesto Panza di Biumo, che la fece ristrutturare da Piero Pontaluppi. Alla morte del conte, il complesso venne ereditato dai 4 figli. A interessarsi ad essa fu soprattutto Giuseppe Panza di Biumo, che negli anni '60 cominciò a riempirla con le opere d'arte contemporanea che acquistava in tutto il mondo.
Tra i primi anni '60 e la metà degli anni '80, la villa si arricchì di capolavori di grandi autori dell'Informale, dell'Espressionismo astratto, della Pop Art, del Minimalismo e dell'arte concettuale. Particolarmente importanti le opere di Jean Fautrier, Antoni Tàpies, Mark Rothko, Franz Kline, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, James Rosenquist, Claes Oldenburg e Dan Flavin.
Con il diretto coinvolgimento degli artisti, Panza di Biumo riadattò i rustici e la scuderia grande e vi collocò grandi installazioni e opere ambientali. Famosi gli interventi di James Turrell, Maria Nordman, Robert Irwin e Doug Wheeler.
Attorno alla metà degli anni '80, Giuseppe Panza di Biumo cedette una parte della sua collezione al Museum of Contemporary Art di Los Angeles. In particolare, le opere degli anni '50 e '60. Parte delle opere minimaliste e concettuali furono cedute qualche anno dopo alla Guggenheim Foundation. All'inizio degli anni '90 venne donato al Museo Cantonale di Lugano un gruppo di opere americane degli anni '80.
Per quanto riguarda la villa, con le opere rimanenti e le grandi installazioni, il conte cercò di trovare un accordo con il Comune di Varese e con la Regione Lombardia. Dopo vari tentativi, nel 1996 donò il complesso al FAI, con l'impegno che questi ne facesse un centro per l'arte moderna e contemporanea.
Attualmente la visita di Villa Menafoglio Litta Panza comprende 3 parti:
1) gli spazi interni, con le suppellettili, 21 sculture africane e precolombiane e 113 opere d'arte contemporanea (Martin Puryear, Robert Therrien, Ettore Spalletti, Phil Sims, Stuart Arends, David Simpson, Ford Beckmann, Max Cole),
2) i rustici, con le opere ambientali di James Turrell, Maria Nordman e Robert Irwin,
3) la scuderia grande, riadattata da Gae Aulenti come spazio per mostre temporanee
4) il parco.
La programmazione culturale di Villa Menafoglio Litta Panza prevede l'organizzazione di 1-2 grandi mostre di arte moderna e contemporanea all'anno.
Le mostre vertono soprattutto su due temi: l'arte italiana del '900, da una parte, gli artisti e le correnti al centro dell'interesse collezionistico di Panza di Biumo, dall'altra. Rientrano in queste categorie, ad esempio, le passate mostre, dedicate a Giovanni Segantini, Giorgio de Chirico e Dan Flavin.