Edouard Manet

Attività artistica di Edouard Manet

Edouard Manet, "Un bar alle Folies-Bergère", 1881-82 (partic.)Edouard Manet è uno dei più importanti artisti francesi dell'800.
Edouard Manet è stato un grande innovatore. Il suo maggiore apporto al corso dell'arte è stato quello di sviluppare una pittura più naturale di quella allora in voga. I suoi ritratti e le sue nature morte mostrano una nuova tensione verso il dato reale e una scioltezza di gran lunga maggiore rispetto a qualsiasi altro artista della sua generazione.
Grazie alle intuizioni di Edouard Manet il monopolio della pittura storica e accademica viene rotto. Prende consistenza una corrente di fautori della realtà.
Per il suo grande carisma, attorno a Edouard Manet viene a crearsi una folta cerchia di giovani artisti, che lo consideravano la loro principale figura di riferimento. Tra essi spiccano i futuri protagonisti dell'Impressionismo: Camille Pissarro, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas. Con questi artisti sviluppò un intenso rapporto di scambio intellettuale e di amicizia. Ne viene, in parte, anche influenzato. Tant'è vero che, attorno alla metà degli anni '70, sperimenta alcune soluzioni tecniche proprie dell'Impressionismo. Questo, però, non basta a fare di lui un impressionista.
Manet non fu apprezzato solo dagli artisti, ma anche da intellettuali, come Mallarmé, Baudelaire e Zola. Al contrario, per tutta la sua vita stenta a trovare successo presso il pubblico borghese del tempo, che trova sconvenienti le sue opere.

La pittura di Edouard Manet risulta innovativa sia dal punto di vista delle tematiche, che da quello tecnico.
In momenti diversi della sua carriera, Manet ha guardato a vari modelli.
All'inizio si è ispirato a Courbet, Velasquez e Goya. In seguito ha studiato le stampe giapponesi. Tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 non ha, però esitato a guardare anche ai suoi colleghi più giovani e rivoluzionari.
Le opere degli anni '50 e primi anni '60 sono prevalentemente ritratti e si caratterizzano per un impianto più tradizionale. Nel corso degli anni '60 cedono il posto a composizioni più complesse, come Le déjeuner sur l'herbe e Olympia del 1863, e Le Balcon (1868-69). Sono opere in cui Manet introduce innovazioni tecniche e iconografiche che sconvolgono gli schemi classici della pittura dell'epoca.
Interni, esterni, nature morte e ritratti (come quello di Emile Zola), dominano gli anni successivi, evidenziando punti di contatto e lontananza dagli amici impressionisti, più giovani.

Dal punto di vista tecnico lo stile maturo di Manet si caratterizza da tutti i modelli precedenti e contemporanei per alcuni aspetti fondamentali:
1)  collocazione delle figure, degli oggetti e dello sfondo sullo stesso piano
2)  uso di colori puri, non mescolati
3)  eliminazione del chiaroscuro e dei toni intermedi
Il risultato è una pittura apparentemente non rifinita, ma più fluida e spontanea, che s'impone soprattutto per una resa dello spazio assolutamente originale.
Questo modo di dipingere influenza profondamente Monet, Renoir, Bazille e Sisley, che traggono l'impulso a una pittura più libera, svincolata dai rigori della pittura accademica.
La tensione della loro ricerca, a sua volta, esercita grande influenza su Manet stesso. A testimoniarlo è la maggiore luminosità e scioltezza delle opere degli anni '70.

La figura di Edouard Manet viene talora associata all'Impressionismo.
Al riguardo bisogna notare che, nonostante i rapporti con i principali protagonisti del movimento, Manet non accettò mai di far parte del gruppo impressionista. Né espose mai nelle mostre organizzate dal gruppo stesso.
A prescindere da questo rifiuto, Manet non si può considerare un "impressionista". Ciò sia per ragioni tecniche, che teoriche.
Sul piano tecnico continua a costruire le sue opere in maniera tradizionale, affidandosi al disegno. Definisce nettamente i contorni delle figure, facendo uso abbondante del nero. Dispone i colori in ampie stesure, o a guizzi potenti. Non adotta quasi mai le piccole macchioline di colori puri e contrastanti, che servono agli impressionisti per rendere la vibrazione luminosa delle superfici.
Ma il principale motivo di divergenza è fondamentalmente teorico. Nelle sue opere Manet non cessa completamente di rappresentare le cose e le persone come "sa" che sono fatte. Fa riferimento alla realtà, ma non tenta di dipingere ciò che "vede", come fanno Pissarro, Monet e compagni.
La ricerca di Manet si ferma alle soglie della rivoluzione più importante. Un fatto di cui sembra essere cosciente, se è vero che decide di non esporre insieme ai giovani colleghi.