Antoni Tàpies

Attività artistica di Antoni Tàpies

Antoni Tàpies è oggi considerato il maggior artista spagnolo vivente.
Il suo lavoro s'inquandra nel contesto dell'arte informale. Tàpies, in particolare, costituisce uno degli interpreti più tipici della cosiddetta pittura materica.
Elemento caratteristico e dominante del suo lavoro è l'impiego di materiali come sabbia, sassi, gesso, che conferiscono spessore ai suoi quadri. Le opere generalmente non raffigurano oggetti particolari. Sono opere di genere non figurativo, dalle tinte spente e monotone. Ad assumere intensità e rilevanza in esse è principalmente la qualità sculturale delle superfici: la materia. Da qui il termine di pittura "materica", coniato in rapporto al lavoro di artisti come Alberto Burri, Jean Fautrier e Antoni Tàpies, appunto.
Grande pittore, è autore anche di sculture (in ceramica e bronzo), di opere grafiche (litografie, incisioni, acquetinte e xilografie) e persino testi critici.

Nel 1945 Antoni Tàpies decide di abbandonare la carriera giuridica per dedicarsi alla pittura. A suggestionarlo sono le opere di Picasso e Klee, ma soprattutto le atmosfere magiche di Joan Miró.
Nel 1948 si lega agli artisti del gruppo Dau al Set. Prerogativa del gruppo è il tentativo di reagire alla stagnazione culturale del dopoguerra rifacendosi a tematiche di tipo dada e surrealista.
In questi anni realizza quadri cupi, di scabro cromatismo, dove campeggiano croci e simboli religiosi. Utilizza già la tecnica del collage, che gli permette di accostare materiali di diverso tipo.
L'interesse per la materia si intensifica nei primi anni '50. La pittura di Tàpies va avvicinandosi alle ricerche materiche di tipo informale. L'artista lavora su tela e su tavola, sovrapponendovi strati e incrostazioni di colore, misto a materiali terrosi e sabbiosi. Alla superficie l'autore interviene con segni, sgraffiature e graffiti. In tal modo crea un effetto simile a quello di muri scrostati, gravidi di avvenimenti, di vicende.
Talora Tàpies traccia segni, simboli, lettere. È il caso della croce, della lettera "T", che richiama il dramma della guerra civile spagnola, o la "M", che riecheggia la morte, la maternità, la materia.
Dopo il 1960 nelle opere fanno la loro apparizione rappresentazioni del corpo umano o di sue parti. Entrano nell'opera anche materiali e oggetti di varia provenienza: corde, scatole, pezzi di vestiario.
Corpo, come allusione all'essere umano e alle sue passioni. Oggetti e capi di vestiario, come allusione ad eventi della vita dell'uomo. Attraverso di essi viene inscenata la grande metafora del destino dell'umanità.

Se nel lavoro di Tàpies la presenza di simbologie potrebbe suggerire una concezione di tipo spirituale-trascendentale, all'opposto, l'artista si muove su un livello oggettivo. Tàpies, in effetti, si autodefinisce un realista.
La realtà è fatta di oggetti, delle cose di tutti i giorni. L'artista è consapevole del fatto che se gli oggetti non sono illusioni della realtà, è anche vero, però, che la realtà non è fatta solamente di quello che vediamo.
L'artista per giungere alla rappresentazioni del reale, deve andare dentro alle cose. Deve cercare di carpirne il segreto interiore. In questo modo si propone di spiritualizzare il quotidiano.
Se l'arte approda alla vita di tutti i giorni, l'artista si sente utile nei confronti dell'uomo.