Germania: città della Germania

Introduzione sulle città della Germania:
Berlino

Muro di Berlino negli anni '80

Muro di Berlino negli anni '80

Con l'arrivo del fatidico anno 2000, dopo oltre mezzo secolo, Berlino è tornata ad essere capitale della Germania.
Da qualche anno tutti i riflettori sono puntati su di essa. Le grandi manovre per spostare il grosso dell'establishment politico-amministrativo tedesco, associate al confluire di grandi investitori tedeschi e internazionali, ne hanno trasformato completamente il volto.
Questo, però, ha comportato conseguenze sostanziali anche sotto il profilo culturale e del suo ruolo di importante centro artistico.
Le opere faraoniche realizzate, o che stanno per essere terminate, alimentano speranze e suggeriscono l'immagine di una città capace di insidiare il primato alle due metropoli culturali del continente: Parigi e Londra.
Dopo la riunificazione e la riorganizzazione delle collezioni artistiche, il sistema museale sta mettendo a punto il suo assetto definitivo. Un certo sfoltimento delle sedi espositive pubbliche è il passaggio necessario per giungere ad una razionalizzazione del sistema culturale istituzionale. Sul fronte privato si assiste al sorgere di svariate iniziative: come l'apertura della filiale espositiva della Solomon R. Guggenheim Foundation di New York, o il positivo avvio di Messe Berlin, la fiera dell'arte contemporanea. Opere d'arte vengono commissionate a grandi artisti internazionali, per essere collocate negli spazi pubblici o per decorare edifici corporativi. E tutto questo ha fatto da sfondo alla massiccia migrazione verso la città da parte del mondo dell'arte e della cultura.
Tra il 1997 e il 2002, Berlino è stata vista come una sorta di "mecca" dorata, il luogo dove si possono realizzare i propri progetti. Sono innumerevoli gli artisti e le gallerie d'arte private che vi si sono trasferiti.
Ma alla corrente in un senso ne è corrisposta anche una, meno sensibile, in senso contrario. È la corrente di coloro che a Berlino ci sono sempre stati. Ci si sono trovati sempre a meraviglia. Adesso, però, non ci trovano più le medesime condizioni e i medesimi stimoli. Sono coloro che cominciano a fare i conti con l'aumento del costo della vita, con la speculazione selvaggia, con la difficoltà a reperire spazi, con il superficializzarsi dei rapporti.
D'altra parte, ogni trasformazione comporta degli scotti da pagare...
Tutto sarebbe quindi nella regola, se fosse il prezzo di un'evoluzione in senso positivo. Ma il vero problema è un altro.
Ecco come stanno le cose. Berlino non è una sorta di "Venere sorgente dalle acque". Berlino già in precedenza occupava un posto speciale sulla scena artistica e culturale internazionale. Ha sempre goduto di una certa fama, prolungatasi anche all'indomani della riunificazione. Una fama dovuta ad alcune caratteristiche che la rendevano unica al mondo. Purtroppo, queste caratteristiche si stanno in gran parte perdendo, per lasciare il posto a qualcosa di più scontato.

Atelier di Helmut Middendorf a Kreuzberg, Berlino

Atelier di Helmut Middendorf a Kreuzberg, Berlino

In che cosa è consistita fino ad oggi l'unicità di Berlino?
A causa del suo isolamento, nei lunghi anni della guerra fredda la città si è trovata nella singolare situazione. Da un lato, risultava inospitale per la maggioranza dei tedeschi. Dall'altro, esercitava un grande richiamo nei confronti di artisti e uomini di cultura.
La sua popolazione era costituita in prevalenza da anziani, immigrati e giovani alternativi. Nello stesso tempo il governo tedesco compiva grandi investimenti allo scopo di incentivarvi l'insendiamento, e mantenerla così in vita. Questi ingredienti hanno dato luogo a una atmosfera di provvisorietà, ma anche di notevole vivacità artistica.
Presenza di grandi spazi, basso costo della vita, disponibilità di atelier, infrastrutture e servizi, hanno alimentato una folta schiera di giovani artisti. Da loro sono scaturite tendenze di notevole successo.
Rispetto all'intonazione "fredda", mentale, della scena artistica di Düsseldorf e Colonia, quella berlinese si è quasi sempre caratterizzata per l'orientamento più "caldo", espressivo. Questo orientamento è culminato, a cavallo degli anni '70 e '80, con i vari movimenti pittorici di matrice neo-espressionista: primi fra tutti i Neuen Wilden.
Al continuo nascere, mescolarsi, sciogliersi di questi gruppi ha fatto da sfondo una scena caratterizzata da una miriade di gallerie autogestite, di iniziative private no-profit e di istituzioni espositive pubbliche. Queste strutture hanno diversificato incredibilmente l'offerta culturale. La relativa povertà della città evidentemente non ha garantito le basi per un collezionismo d'arte ad alto livello. Ma le condizioni oggettive erano talmente favorevoli che ciò non ha impedito la presenza di numerose gallerie d'arte e la sopravvivenza della grande moltitudine di artisti.

Edificio Tacheles Haus a Berlino, inizio anni '90

Edificio Tacheles Haus a Berlino, inizio anni '90

Sul versante pubblico è stata rivolta grande attenzione al buon funzionamento dei musei e delle sedi espositive.
Sono state organizzate grandi mostre, come la famosissima Zeitgeist (1982).
Si è data importanza agli scambi culturali, favorendo il soggiorno di artisti berlinesi all'estero e di artisti stranieri a Berlino. Da segnalare a tal riguardo l'attività del DAAD.
La caduta del muro nel 1989 ha introdotto nuovi ingredienti, come la questione dell'integrazione tra cultura dell'Ovest e cultura dell'Est. Le gallerie autogestite dell'Est sono uscite allo scoperto e hanno cominciato a venire affiancate da nuove. Il pericolante pachiderma del Tacheles Haus è divenuto il nuovo emblema della cultura underground.

A questa miscela sono venuti a sommarsi i fatti di oggi.
Sulla città si sono focalizzati gli appetiti internazionali. Il mercato immobiliare è stato messo a subbuglio. Aree un tempo marginali si ritrovano oggi centralissime e corteggiatissime. Gli affitti ed il costo della vita si sono impennati in maniera impressionante.
Oltre a ciò, gli interventi pubblici vanno a toccare sempre meno il sottobosco culturale di un tempo. Si indirizzano piuttosto verso la realizzazioni di opere e infrastrutture che possono legittimare al meglio le ambizioni della città di divenire grande meta del turismo mondiale.
Questi fattori hanno messo in crisi gli equilibri di un tempo, costringendo l'intero mondo dell'arte e della cultura berlinese ad un'operazione di ristrutturazione. Per qualcuno ciò può significare doversene andare, rimpiazzati dal fiume in piena in arrivo.
Ma anche questo fiume sembra in crisi.

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