Mostre di arte moderna e contemporanea
Terre Vulnerabili III. Alcuni camminano nella pioggia, altri semplicemente si bagnano
10 marzo - 17 luglio 2011
Hangar Bicocca
Via Chiese 2 (traversa di Viale Sarca)
Info. 02-853531764
Orari: mar-dom 11:30-19, gio 14:30-22, lunedì chiuso
La terza mostra del ciclo "Terre Vulnerabili", non cambia di molto quanto detto a proposito delle versioni precedenti. Quindi non ha senso scrivere di nuovo tutto, ma soltanto rendere conto delle modifiche che sono avvenute all'interno dello spazio espositivo e, soprattutto, parlare delle nuove opere, che questa volta sono davvero poche. Gli artisti che in marzo hanno deciso di aggiungersi al gruppo coinvolto in questo progetto, che germoglia e cresce nel tempo, infatti, sono soltanto 4: Massimo Bartolini, che ha realizzato un trabatello di 30 metri, che stranamente si appoggia al cielo e non alla terra, Franz West, che ha deciso di contrastare l'austerità delle "Torri" di Kiefer con un dipinto molto colorato e un po' fuori luogo, Marcellvs L., che ha posizionato nella parte finale e più oscura dell'Hangar un'installazione sonora, che fonde il suono di un pianoforte e i rumori tipici della Laguna veneziana, e Ludovica Carbotta, che ha appena vinto il Premio Rothschild e ha costruito per l'Hangar una struttura in legno, che è il risultato e la testimonianza di un'azione fisica, del suo tentativo di muoversi verso l'alto.
Altre novità sono legate allo spostamento di alcune opere già presenti in questo luogo, come quelle di Garaicoa, Gelitin e Nico Vascellari, che, nella nuova posizione, acquistano maggior forza e visibilità, o alla tasformazione di altri lavori, come il labirinto di Friedman, che ora accoglie anche un disegno di Margherita Morgantin, che ricorda la strage di Gaza del 2008, e un intervento di Adele Prosdocimi, che parla dell'opera d'arte e dice che continua a vivere dentro chi l'ha vista. Un altro lavoro che ha subito una trasformazione è Terre, che è il frutto dell'incontro tra un'opera di Christiane Löhr e una di Stefano Arienti e trova oggi un nuovo significato grazie alle minuscole incisioni di Elisabetta Di Maggio.
La terza puntata di questo progetto, fortemente voluto da Chiara Bertola, che è la direttrice artistica di questo spazio, si intitola "Alcuni camminano nella pioggia, altri semplicemente si bagnano" per far capire che quello che conta non è stare attenti, adottare delle protezioni, ma vivere le cose così come sono e lasciarsi trasportare dalle emozioni.
Per avere maggiori informazioni sulla Fondazione e sui suoi programmi, che sono in continua evoluzione, si può guardare il sito www.hangarbicocca.it o la pagina che Artdreamguide dedica agli appuntamenti in Italia.