Wilhelm-Lehmbruck-Museum, Duisburg

Edificio

La Glashalle ed il Lehmbruck-Trakt visti dallo Skulpturenhof (Giardino delle sculture)

La Glashalle ed il Lehmbruck-Trakt visti dallo Skulpturenhof (Giardino delle sculture)

Il Wilhelm-Lehmbruck-Museum di Duisburg è stato inaugurato nel 1964. Dall'anno della sua apertura, ha sede in un edificio situato all'interno dello Immanuel-Kant-Park, il piccolo parco nel centro della città. Il complesso è il risultato di un ciclo di trasformazioni, l'ultima delle quali è giunta a compimento nel 1991.

Il primo nucleo dell'edificio è stato realizzato tra 1959 ed il 1964 su progetto dell'architetto Manfred Lehmbruck, figlio del grande scultore. Tra il 1985 ed il 1987 è stato ampliato sulla base di un progetto congiunto dello stesso Manfred Lehmbruck e di Klaus Hänsch, rielaborando alcune idee di Lehmbruck risalenti all'epoca del primo intervento. La disponibilità della nuova espansione nel 1987 ha poi permesso di mettere mano al risanamento e riadattamento della parte originaria.
L'edificio del Wilheml-Lehmbruck-Museum non appartiene alla categoria delle architetture museali dall'impatto spettacolare. Non era questa l'esigenza cui Lehmbruck ha cercato di ispirarsi, all'atto del progetto. Le sue idee sono nate da esigenze essenzialmente pratiche. Da una parte, c'era il carattere specifico delle collezioni e delle attività che la costruzione avrebbe dovuto ospitare. Dall'altra, c'era il luogo in cui la costruzione sarebbe dovuta sorgere: un parco di proporzioni contenute, al centro di una vasta distesa intensamente urbanizzata e industrializzata. Un tesoro da preservare, dunque, in cui l'edificio avrebbe dovuto inserirsi discretamente, in modo da non sconvolgerlo.
Quanto al contenuto, la netta prevalenza della scultura sottolineava innanzitutto l'importanza dell'illuminazione. La natura plastica, tridimensionale, delle opere portava in primo piano il tema del rapporto tra spazio interno ed esterno. Nella mente di Lehmbruck tra i due poteva esserci scambio. Il museo quindi avrebbe dovuto inserirsi discretamente all'interno del parco, potendosi idealmente espandere verso di esso con la collocazione di sculture di grandi proporzioni.
La trasposizione reale di questi concetti ha portato a un complesso, in cui parco, edificio e sculture disseminate nel verde costituiscono un armonico e distensivo tutt'uno. Sprofondata nel verde, la costruzione vera e propria è articolata in tre corpi piuttosto bassi e differenti nell'aspetto esteriore. Dall'esterno non risultano per niente imponenti, perché si espandono notevolmente nel sottosuolo.

I tre corpi sono disposti in modo da definire una specie di cortile centrale, rivolto verso il parco. Guardando dall'alto, un elemento a pianta quadrangolare e uno rettangolare si dispongono ad angolo retto, delimitando lo spiazzo centrale a Nord e a Ovest. Corrispondono all'intervento del 1959-64. A Sud chiude, invece, l'espansione del 1985-87, costituita a sua volta da due corpi a pianta quadrata, uniti al resto dell'edificio da un basso fabbricato a pianta triangolare.
La descrizione di per sé potrebbe suggerire un'idea di disomogeneità. Al contrario, l'insieme risulta sostanzialmente coerente e perfettamente funzionale allo scopo. I diversi elementi si snodano armonicamente, adattandosi in modo logico ai gruppi specifici di opere della collezione e ai diversi tipi di attività che ospitano.

Il Lehmbruck-Trackt è il basso edificio a forma di tronco di cubo situato a Nord, così chiamato per il fatto di ospitare le opere di Wilhelm Lehmbruck.
Come molti edifici di Mies van der Rohe (architetto molto apprezzato da Manfred Lehmbruck), è sormontato da una spessa tettoia piana. A differenza dei modelli di Mies (ad esempio l'edificio della Neue Nationalgalerie di Berlino), si presenta svuotato al centro dando luogo ad una specie di cortile cubico. L'esterno, alquanto discreto, è definito da basse pareti in cemento, talora curvilinee, interrotte da aperture chiuse da alti cristalli. Celato allo sguardo esterno, un vasto ambiente si espande internamente nel sottosuolo, articolandosi lungo il perimetro esterno su due livelli, che si aprono in direzione del luminoso cortiletto centrale. Chiuso da pareti interamente di cristallo, quest'ultimo irradia luce naturale verso tutti gli spazi interni, fungendo da elemento unificatore. Setti di separazione formano corridoi sia al livello superiore che a quello inferiore, offrendo una collocazione estremamente suggestiva alle sculture di Wilhelm Lehmbruck. Quest'ultime, peraltro, giocano molto bene sia con le pareti esterne in cemento, che con quelle verso il cortiletto in cristallo.
Un sottile istmo funge da collegamento con il secondo corpo, denominato Glashalle, per via delle ampie vetrate che lo circondano interamente. Esternamente si presenta come una sorta di vetrina a forma di parallelepipedo, incorniciata da sottili nervature bianche, disposta in senso Nord-Sud. Rispetto alla costruzione precedente risulta più alta, ma nel contempo più leggera. Ciò dipende sia dalla trasparenza del vetro, sia dal fatto di poggiare su un basso zoccolo rientrante, costituito dall'affioramento in superficie del piano sottostante, che si sviluppa nel sottosuolo.
Nell'articolazione degli spazi interni, gli architetti hanno scelto pochi elementi fissi e molti setti e pareti mobili. Questo consente un allestimento più elastico e capace di adattarsi in maniera relativamente facile alle diverse esigenze espositive. Al piano superiore, lo spalancarsi degli ambienti verso l'esterno favorisce l'illuminazione naturale, ma anche una continuità ideale e reale con le opere dislocate nel parco. Qui qualche faretto direzionato sulle singole sculture funge da complemento alla luce, che dai lati e dall'alto si diffonde. Il livello inferiore, invece, è costituito da una successione di ampie sale dalle pareti bianche, chiuse in alto dal soffitto scuro listellato, sul quale sono applicate lunghe plafoniere. In mancanza di luce naturale, la luce artificiale piove sulle pareti, lungo le quali sono esposte le opere su tela, alternate alle sculture tedesche del primo '900.

Scorcio interno della Nordhalle, con opere di Jean Arp e Alberto Giacometti

Scorcio interno della Nordhalle, con opere di Jean Arp e Alberto Giacometti

L'apertura della cosiddetta Neubau nel 1987 ha quasi raddoppiato l'estensione del museo. I due architetti Lehmbruck e Hänsch hanno optato per una soluzione che contrastasse con le caratteristiche dei corpi preesistenti, pur mantenendo una certa continuità. È stata rispettata la contenuta elevazione in altezza. Così anche la collocazione attorno al cortile centrale, ottenuta saldando il nuovo edificio con la Glashalle a Sud.
La struttura si presenta più articolata delle precedenti. Due corpi a pianta quadrata sono disposti a 45º rispetto all'orientamento generale, e sono congiunti da un basso elemento a pianta triangolare, che si affaccia sul cortile ristabilendo il giusto orientamento. A parte quest'ultimo, aperto sul cortile con una lunga vetrata, i corpi principali appaiono esternamente chiusi da pareti bianche, interrotte da strette finestre.
Gli spazi interni sono suddivisi su due livelli. Nella struttura più a Est, destinata alla collezione del dopoguerra, il piano superiore si spalanca al centro verso il piano inferiore, diversamente dall'altra, destinata invece alle mostre temporanee, alla sala conferenze e ai servizi. Tettoie a lucernai consentono l'illuminazione dall'alto integrata da lunghe plafoniere, ai piani superiori.

Assimilabili al museo sono gli spazi esterni del cosiddetto Skulpturenhof (cortile delle sculture), ma anche del parco stesso. Sulla spianata in cemento del cortile e in mezzo al verde si trovano collocate le sculture e le installazioni di maggiori dimensioni (e oltretutto capaci di resistere all'acidità dell'aria...): Moore, Armitage, Laurens, Serra, ecc.