Wilhelm-Lehmbruck-Museum, Duisburg
Storia
Wilhelm Lehmbruck (1881-1919)
Il Wilhelm-Lehmbruck-Museum di Duisburg è stato inaugurato nel 1964.
Tra i numerosi musei d'arte moderna e arte contemporanea che popolano il basso corso del Reno, Duisburg può vantarsi di ospitarne uno dei più importanti, ma anche dei più giovani.
La città si è mossa piuttosto in ritardo rispetto ad altre vicine.
I primi segnali di un interesse concreto nei confronti della cultura e dell'arte risalgono solo alla fine dell'800. A causa dell'accumularsi di antichità e reperti relativi alla regione del Basso Reno (Niederrhein), nel 1896 l'amministrazione municipale costituì una speciale commissione con lo scopo di garantirne la conservazione, e in prospettiva l'esposizione.
La commissione non durò a lungo. I compiti vennero assunti allora dal Duisburger Museumsverein, fondato nel 1902. Primo atto concreto fu la creazione del Niederrheinisches Museum, destinato a riunire tutte le collezioni preistoriche, archeologiche, decorative relative al Niederrhein, oltre alla documentazione del grande cartografo Mercatore. Ancora di là da venire rimaneva invece un'istituzione dedicata all'arte moderna.
La situazione cambiò decisamente nella seconda metà degli anni '20, allorché la direzione del Museumsverein venne assunta da August Hoff (1924). Obiettivo primario divenne quello di dare a Duisburg una sede destinata alle arti figurative, in particolare l'arte contemporanea. Venne così predisposto un edificio apposito sulla Tonhallestraße.
Qui, tra il 1925 ed il 1933, vi vennero allestite mostre a cadenza mensile, che abbracciavano tutti i campi delle arti figurative, compresa l'architettura ed il design. Soggetto privilegiato fu il grande scultore Wilhelm Lehmbruck, nato nel 1881 a Meiderich (un sobborgo di Duisburg) e prematuramente scomparso nel 1919. Alla sua figura furono dedicate due grandi retrospettive nel 1925 e nel 1929.
Accanto all'attività espositiva venne promosso un intenso programma di lezioni, conferenze, visite guidate, e comincò lo sviluppo della collezione permanente. L'entrata della città di Duisburg nel capitale societario del Museumsverein nel 1929 accrebbe considerevolmente il budget finanziario a disposizione di Hoff. Una parte significativa delle prime acquisizioni riguardò naturalmente l'opera di Lehmbruck, favorita dall'amicizia instauratasi tra Hoff e la vedova dell'artista, Anita Lehmbruck. Insieme a Lembruck entrarono nel museo opere di contemporanei, come Hans Barlach, Käthe Kollwitz, Aristide Maillol, Gerhard Marcks, Ewald Mataré, Minne e molti altri. La scultura fece così la parte del leone, e questo fatto avrebbe condizionato in maniera sostanziale gli orientamenti futuri dell'istituzione museale.
Nel 1933 Hoff lasciò la direzione del Museumsverein.
L'anno successivo (1934) venne fondato lo Städtisches Kunstmuseum, che sotto la direzione di Herbert Griebitzsch fu provvisoriamente sistemato in una villa sulla Königstraße. Qui confluirono le opere di proprietà del Museumsverein e tutte quelle che sarebbero state acquisite negli anni antecedenti la seconda guerra mondiale.
Erano gli anni della dittatura nazionalsocialista. L'operazione "Entartete Kunst" (Arte degenerata) non causò a Duisburg gli effetti devastanti, inflitti alle collezioni di arte moderna di altre città vicine: Essen, Hagen, Wuppertal.
In ogni caso, l'attività del museo finì per arrestarsi. Inoltre, cosa ben più grave, le opere di Lehmbruck, concesse in deposito dagli eredi dello scultore, vennero ritirate.
All'indomani della guerra la direzione del museo venne assunta dall'assessore alla cultura Ernst D'ham. Suo il merito di aver approfittato, in condizione di grande ristrettezza di mezzi finanziari, delle basse quotazioni di allora dei principali autori dell'espressionismo tedesco, riuscendo a mettere a segno acquisti molto vantaggiosi, soprattutto nell'area della "Brücke".
L'uscita dall'emergenza venne sancita con la nomina a direttore di Gerhard Händler nel 1954.
I tempi cambiavano e la Germania stava uscendo dal tunnel dell'emergenza. Nuove esigenze bussavano alle porte, prima fra tutte quella di rinverdire il prestigio culturale delle varie città. La potenza economica del Niederrhein e del bacino della Ruhr ponevano Duisburg in una condizione di privilegio rispetto alla maggior parte della Germania, ma anche di grande competizione con le città vicine: Düsseldorf, Essen, Dortmund, Colonia, Krefeld, Wuppertal.
Il museo di Duisburg disponeva di un discreto potere d'acquisto, dovuto alla città di Duisburg, al Land Nordrhein-Westfalen e al Museumsverein. In più, Händler ebbe buon gioco nell'assicurarsi anche il sostegno finanziario di privati e di importanti sponsors del campo industriale: Peter Klöckner-Stiftung, la DEMAG AG, lo August-Thyssen-Hütte, e così via.
Fu possibile, così, ampliare la collezione espressionista con nuove tele di Max Beckmann, Max Ernst, Erich Heckel, Ernst Ludwig Kirchner, Oskar Kokoschka, Otto Müller, Emil Nolde, Oskar Schlemmer.
L'impegno maggiore, però, si indirizzò verso la scultura, campo in cui furono acquisite opere anche di grandi autori internazionali: Alexander Archipenko, Jean Arp, Hans Barlach, Rudolph Belling, Max Bill, Constantin Brancusi, Eduardo Chillida, André Derain, Naum Gabo, Julio Gonzales, Henri Laurens, Jacques Lipchitz, Laszlo Moholy-Nagy, Henry Moore, Antoine Pevsner, David Smith, Ossip Zadkine, e molti altri.
Tante opere di alto livello rendevano quanto mai inderogabile la questione di una sede idonea e sufficientemente capiente.
Manfred Lehmbruck, figlio dello scultore, venne incaricato del progetto. I lavori iniziarono nel 1959 e terminarono nel 1964. Per l'occasione il museo fu intitolato alla memoria di Wilhelm Lehmbruck. L'inaugurazione ufficiale del museo si accompagnò a un altro evento, denso di significato per la storia di Duisburg e per il prestigio del neonato Wilhelm-Lehmbruck-Museum: la consegna in deposito da parte degli eredi del cospicuo nucleo di opere di Lehmbruck, costituenti il cosiddetto "Lehmbruck-Nachlaß".
Altri eventi di rilievo segnarono la fine degli anni '60. In primo luogo, l'istituzione nel 1966 del Wilhelm-Lehmbruck-Preis. In secondo luogo, la nascita nel 1968 del Fördererkreis des Wilhelm-Lehmbruck-Museums: associazione degli amici del museo, che tanto avrebbe contribuito all'ampliamento della collezione negli ultimi venti anni.
All'inizio degli anni '70 il Wilhelm-Lehmbruck-Museum si trovava in possesso di un folto gruppo di opere di Lehmbruck, parte frutto di acquisizioni precedenti e parte del deposito del "Lehmbruck-Nachlaß", e di un poderoso schieramento di capolavori della scultura internazionale. Questo fatto convinse il nuovo direttore Siegfried Salzmann (1970-1984) a concentrarsi esclusivamente sulla scultura, evitando dispersioni inutili in altri campi. Venne ad interrompersi l'acquisto di opere pittoriche, peraltro già abbondantemente presenti in altri musei della regione (Colonia, Düsseldorf, Essen, Dortmund).
Il Wilhelm-Lehmbruck-Museum inizò così ad affermarsi come centro internazionale specializzato nella scultura. Grazie a questa politica vennero colmate alcune lacune nella sezione relativa al primo '900 (Giacometti, Magritte, Puni, ancora qualche opera di Lehmbruck). Si poterono approfondire molti settori relativi alla scultura del dopoguerra in Germania, Francia, Italia, Europa dell'Est e America. A rimescolare le carte intervenne nel 1983 la decisione di Lothar G. Buchheim, scrittore, critico d'arte e collezionista, di affidare la propria famosa collezione espressionista alla città di Duisburg.
Inutile dire che questo smisurato allargamento della collezione finì per rendere nuovamente insufficiente lo spazio a disposizione. Con una delibera della giunta di Duisburg, del 1983 vennero stanziati i fondi per l'ampliamento. L'incarico venne ancora una volta assegnato a Manfred Lehmbruck, affiancato da Klaus Hänsch. I lavori, iniziati nel 1985, terminarono nel 1987.
Seguirono quindi altri tre anni dedicati al risanamento e riadattamento della parte originaria, nel corso dei quali le collezioni vennero temporaneamente allestite nella nuova ala. Finalmente, nel 1991 il Wilhelm-Lehmbruck-Museum venne inaugurato nel suo assetto definitivo con grandi festeggiamenti.
Il direttore attuale, Christoph Brockhaus, in carica dal 1984, ha dovuto sopportare sulle proprie spalle l'intera vicenda.
Da qualche anno il Wilhelm-Lehmbruck-Museum ha ripreso il suo cammino, sostanzialmente sulla strada intrapresa negli anni '70. Il suo allargamento all'interno del parco in cui è situato ha in ogni caso portato ad una connessione più intima con lo stesso, ottenuta mediante un calibrato dispiegamento di alcune opere scultoree nel verde.