Collezione Peggy Guggenheim, Venezia
Storia
Peggy Guggenheim
a Venezia nel 1955
La storia della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia coincide con le intricate vicende della sua artefice, la stravagante ereditiera americana Peggy Guggenheim (1898-1979).
L'interesse di Peggy Guggenheim per l'arte cominciò negli anni '20 a Parigi, dove frequentava artisti e scrittori. Quando decise di comprare le prime opere, fu Marcel Duchamp, già talento indiscusso, a darle i primi consigli e ad aiutarla a destreggiarsi nel complicato panorama artistico del tempo. Le cronache raccontano che all'inizio si trattò probabilmente di un gioco, di un capriccio. Ma poi subentrò la passione.
Trasferitasi a Londra nel 1938, Peggy decise di aprire la sua prima galleria d'arte, "Guggenheim Jeune". Qui espose opere di Jean Cocteau, Wassily Kandinsky, Constantin Brancusi, Jean Arp, Alexander Calder, Henry Moore, Antoine Pevsner, Rene Magritte, Max Ernst e Yves Tanguy. Nel 1939, pensando di aprire un museo, cominciò a incrementare la sua collezione. Acquistò, così, opere di Pablo Picasso, Georges Braque, Kandinsky e Piet Mondrian.
La guerra la costrinse a rifugiarsi negli Stati Uniti. Qui nel 1941 aprì una nuova galleria, che con lungimiranza chiamò "Art of this Century". Nel nuovo spazio Peggy presentava al pubblico la sua collezione e le opere di alcuni giovani artisti americani che considerava promettenti. Tra essi Jackson Pollock, Robert Motherwell e Mark Rothko.
Nel 1947 Peggy Guggenheim decise di tornare in Europa.
Nel 1948 espose la sua collezione alla Biennale di Venezia, all'interno del padiglione greco. Per la cultura italiana fu un evento di grande portata. Infatti, già facevano parte della raccolta numerose opere delle avanguardie storiche e quadri di giovani pittori americani del tutto sconosciuti, come Pollock.
Alla fine, l'amore per Venezia la spinse a comprarsi casa sul Canal Grande. La scelta cadde sul settecentesco Palazzo Venier dei Leoni, dove nel 1949 trasferì l'abitazione e i suoi beni.
Amante dell'arte, ma desiderosa di dividere questo interesse con gli altri, per anni aprì la casa al pubblico tre volte a settimana, affinché tutti potessero ammirare la sua collezione. Pensò anche di aprire un vero museo, e in vista di questa operazione cercò di trovare un accordo col Comune di Venezia, in modo da donare la collezione alla città. Gli ostacoli burocratici la costrinsero a desistere. Nel 1976 decise di lasciare le opere alla Solomon R. Guggenheim Foundation di New York, a patto però che la collezione restasse a Venezia.
Peggy Guggenheim muore nel 1979. Da allora la sua casa è stata trasformata in museo.
La Solomon R. Guggenheim Foundation ha assunto la responsabilità della collezione. Si è inoltre occupata del restauro del palazzo e del suo adeguamento funzionale.
I lavori sono stati ultimati nel 1995 grazie al contributo di alcuni sponsor. Con questi interventi si è ottenuta una razionalizzazione degli spazi di Palazzo Venier dei Leoni, la creazione di nuovi locali in un edificio adiacente e la realizzazione di un giardino delle sculture, in collaborazione con la Nasher Foundation di Dallas.
Da molti anni è responsabile della collezione, Philip Rayland. La sua politica museale, pur rispettando la fisionomia originaria della collezione, si è orientata all'acquisto di opere di artisti contemporanei.
L'ampliamento della raccolta si deve anche a lasciti e donazioni, che hanno apportato al museo lavori di vari artisti.
Importantissimo è il deposito di una selezione della famosa collezione Mattioli, avvenuto nel 1997. Sono 26 opere di artisti italiani del primo '900, prevalentemente futuristi, ottenute in prestito decennale.
Per il prossimo futuro la Fondazione Guggenheim pensa a un accordo con la città di Venezia e la Biennale per l'apertura di nuovi spazi espositivi alla Punta della Dogana.