Storia dell'arte: arte moderna

Pittura metafisica

La pittura metafisica di Giorgio de ChiricoLa pittura metafisica è una delle principali tendenze artistiche italiane della prima metà del '900.
Non si può definire un "movimento" vero e proprio, ma piuttosto una "corrente". Infatti, non si fonda su un manifesto o un documento programmatico. Non assume la fisionomia di un gruppo. Non è nemmeno possibile fissare una data precisa d'esordio.
Come tutte le correnti, d'altra parte, se ne può definire la poetica e gli elementi caratteristici.

Il termine "pittura metafisica" indica il rapporto particolare di questo tipo di pittura nei confronti della realtà.
Rispetto ad altre correnti, la pittura metafisica si caratterizza per l'ordine e la chiarezza compositiva. I quadri raffigurano oggetti e forme riconoscibili, collocati in spazi ben definiti dal punto di vista architettonico. Ma i vari elementi appaiono combinati in maniera assurda, apparentemente senza nessi tra loro. Verrebbe da paragonarli a palcoscenici, su cui sono allestite rappresentazioni ambigue e paradossali.
Da questo uso della realtà per porsi al di fuori di essa deriva, quindi, la sua denominazione.

Gli oggetti presenti nei quadri metafisici possono essere: manichini, torsi di sculture, metronomi, giocattoli, bottiglie, scatole, sfere, strumenti d'artista (squadre, compassi, cornici), ecc.
Le loro aratteristiche principali sono:

  • fisionomia stilizzata e schematica,
  • contorni netti, dovute a sottili linee nere,
  • superfici lisce, semplificate, con chiaroscuro elementare,
  • ombre perlopiù monocrome.

Gli spazi che fanno da sfondo agli oggetti presentano tipologie che si differenziano a seconda dell'autore.
Quasi tutti i quadri metafisici di Carrà, Morandi, De Pisis, e alcuni di de Chirico, raffigurano interni di stanze. Sono molte, però, le eccezioni, costituite soprattutto da Giorgio de Chirico e dal fratello Alberto Savinio. E un discorso a parte va fatto anche nel caso di Giorgio Morandi.
Nelle tele di De Chirico ricorrono spesso spazi aperti, simili a piazze, terrazze, scorci di arcate. Particolarmente famose sono le cosiddette "piazze d'Italia": visioni di spazi aperti sull'orizzonte, delimitati da edifici ad arcate, torri e architetture più o meno note, con sculture antiche collocate in primo piano.
Le tele di Giorgio Morandi del 1918-19 sono, invece, nature morte metafisiche, in cui gli oggetti appaiono disposti su tavoli.
Caratteristiche principali degli spazi che fanno da sfondo sono:

  • chiarezza e nitore della composizione,
  • schematicità e semplificazione delle strutture architettoniche,
  • presenza di prospettive forzate e linee di fuga improbabili,
  • impiego di tinte calde e terrose (verde, bruno, terra di siena, rosso, bianco).