Alte Nationalgalerie, Berlino (Berlin)

Storia:
5) il dopoguerra e la rinascita
della Nationalgalerie (1945-85)

Rispetto alle macerie e alle urgenze dell'immediato dopoguerra, la ricostruzione di musei e gallerie poteva apparire un non-senso. La necessità di favorire il recupero di un'identità culturale da parte del popolo tedesco suggeriva, d'altra parte, l'opportunità di una immediata ripresa delle attività culturali.
In questa ottica il Magistrato della "Grande Berlino" già nel '45 deliberò l'istituzione della Galerie des 20. Jahrhunderts. Il suo compito consisteva nell'esporre e acquistare opere di artisti contemporanei, soprattutto berlinesi. La direzione venne affidata a Adolf Jannasch. Erano quasi 170 le opere su cui la galleria poteva contare.
Quando nel 1948 la città venne divisa in due parti, la galleria si trovava a Berlino Est.
Jannasch si trasferì ad Ovest. Qui rifondò la galleria, ma questa volta in uno spirito più pan-tedesco e aperto anche alle grandi correnti del primo '900. Allestì mostre dedicate al Bauhaus, a Beckmann, Kokoschka, e acquistò opere importanti di Picasso, Beckmann, Nolde, Grosz e Munch.

La divisione della Germania in due stati distinti lasciò le collezioni berlinesi (tra cui i resti della Nationalgalerie) divise in due tra i due territori.
Dopo alcune mostre all'estero, nel 1957 le opere della Nationalgalerie rimaste all'Ovest fecero finalmente ritorno a Berlino Ovest. Qui dal 1959, sotto la direzione di Leopold Reidemeister, vennero esposte presso l'Orangerie del Castello di Charlottenburg. Ad esse si aggiungensero anche nuove acquisizioni. Inoltre, fecero da contorno mostre importanti, come quella dedicata alla collezione Bührle, e soprattutto "Berlin - Ort der Freiheit für die Kunst" (1960).
La sostanziale sovrapposizione (e competizione) tra le istituzioni dirette da Jannasch e Reidemeister rese inevitabile la loro unificazione. Ciò implicava nel contempo la necessità di uno spazio più ampio ed idoneo.
Già da tempo veniva accarezzata l'idea di un edificio di prestigio presso il Kulturforum. L'incarico del progetto venne affidato nel 1965 a Ludwig Mies van der Rohe.
Nel 1967 venne ratificata la soppressione delle due collezioni e la fondazione della Neue Nationalgalerie. La direzione fu affidata a Werner Haftmann. Nel 1968 venne inaugurato, invece, il bellissimo edificio di Mies.

La gestione di Haftmann si caratterizzò per una decisa internazionalizzazione ed apertura verso il contemporaneo.
Agli scarsi acquisti nell'ambito del moderno-classico (Morandi, Ernst, Magritte) fecero riscontro acquisti costanti di opere del dopoguerra: Alechinsky, Bacon, Baumeister, Hartung, Manzoni, Rothko, Wesselmann, Wols, ecc. Così fu per l'intensa attività espositiva: Mondrian, Matta, Gabo, Rothko, Wols, Bissier, Tàpies, Hamilton, Paolozzi, Hartung.
Quando nel 1974 Haftmann si ritirò dall'incarico, lasciò un museo che per ricchezza, prestigio e vivacità dell'attività si era conquistato un posto di primo piano in Germania e in Europa.
Internazionalità e apertura verso la produzione artistica contemporanea sono i principi cui si è improntata la gestione del successore Dieter Honisch, tuttora in carica. Nel corso dei 28 anni del suo mandato le collezioni hanno preso ad accrescersi al ritmo di ca 30-40 all'anno.
A favorire una crescita di simili proporzioni hanno contribuito 2 fattori:
-  l'incremento dei fondi a disposizione da parte del Senato di Berlino e del governo,
-  gli acquisti compiuti dall'associazione degli amici del museo (Verein der Freunde der Nationalgalerie), risorta nel 1977.

I periodi principali della storia della Nationalgalerie