Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM), Roma

Collezioni

Paul Cézanne, "Le Cabanon de Jourdan", 1906, Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM), Roma

Paul Cézanne, Le Cabanon de Jourdan, 1906, olio su tela

La Galleria Nazionale d'Arte Moderna (GNAM) di Roma è nata nel 1883 col compito di documentare l'arte contemporanea dell'Italia unita. Oggi la GNAM è l’unico museo nazionale italiano dedicato all'arte dell'800 e del '900, e quello sul quale maggiormente si concentrano gli scarsi mezzi messi a disposizione per le acquisizioni dalle casse statali.
Le sue raccolte contano circa 5.000 opere tra pittura e scultura e ca 12.000 tra disegni e stampe. Dati i problemi di spazio vengono presentate al pubblico le opere più importanti, a rotazione. L'allestimento delle sale segue un criterio cronologico e geografico.

La sezione dedicata all'800, da poco risistemata, risente del gusto accademico in voga all'epoca in cui si formò il nucleo principale della raccolta. Offre comunque un quadro abbastanza completo del panorama artistico italiano di quel periodo.
Alle opere neoclassiche di Appiani, Podesti e Antonio Canova, si contrappongono le opere romantiche di Francesco Hayez, di Giovanni Carnovali detto "Il Piccio", di Tranquillo Cremona, o dei puristi come Tommaso Minardi e Pietro Tenerani. Tra gli artisti napoletani spiccano le svariate opere dei vedutisti Giacinto Gigante e Pitloo, dei veristi Domenico Morelli, Giuseppe e Filippo Palizzi, e le sculture di Vincenzo Gemito. Nutrito il gruppo dei macchiaioli, con opere importanti di tutti gli esponenti di spicco: Giovanni Fattori (La battaglia di Custoza), Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi, Adriano Cecioni, Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Odoardo Borrani, Nino Costa e Serafino De Tivoli. Rappresentano il Nord-Italia i paesaggisti Antonio Fontanesi e Luigi Delleani, le sculture di Medardo Rosso e le opere dei divisionisti: Giuseppe Pellizza da Volpedo (Il sole), Giovanni Segantini (Alla Stanga), Gaetano Previati (La creazione degli angeli, I funerali di una vergine), Vittore Grubicy, Angelo Morbelli. Chiudono il cerchio le tele di Armando Spadini, Giovanni Boldini, Federico Zandomeneghi e Filippo De Nittis.

Interessanti, anche se molto poche, le opere riferibili al realismo, impressionismo e postimpressionismo francese: Gustave Courbet (I bracconieri, 1867), Vincent van Gogh (Il giardiniere del 1889 e L'Arlesienne del 1890), Edgar Degas (Dopo il bagno, 1886), Claude Monet (Nymphéas). Di Paul Cézanne è esposta l'ultima tela, Le cabanon de Jourdan del 1906, recuperata dopo un furto del 1998.
Di Gustav Klimt è presente la bella tela Le tre età della vita del 1905.

Umberto Boccioni, "Ritratto del maestro Ferruccio Busoni", 1916, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma

Umberto Boccioni
Ritratto del maestro Ferruccio Busoni
1916
olio su tela
176 x 121 cm
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma

Se l'800 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna non presenta lacune vistose (almeno per la parte italiana), la sezione del '900 è invece estremamente disomogenea.
Debole per l'arte italiana del primo '900, è molto più completa per quella del dopoguerra. Semplicemente disastrosa, per quel che concerne la produzione internazionale.
Tra i movimenti e gli artisti che hanno caratterizzato questo secolo sono rappresentati (più o meno validamente) Umberto Boccioni (Ritratto del maestro Busoni del 1916), Giacomo Balla (con molte opere di tutti i periodi), Gino Severini, Carlo Carrà (Ovale delle apparizioni del 1917), il primo Morandi, Giorgio de Chirico, Massimo Campigli, Mario Sironi e Felice Casorati. Di grande qualità sono invece le sculture di Arturo Martini, Marino Marini, Pericle Fazzini, Francesco Messina e Ettore Colla. Ovviamente eccellente è la presenza della scuola romana, con le opere di Antonio Donghi, Mario Mafai, Fausto Pirandello, Scipione e Antonietta Raphael. Completano la rassegna le opere di Filippo de Pisis, dei "Sei di Torino", degli astrattisti (Osvaldo Licini, Atanasio Soldati, Mario Reggiani), di Renato Guttuso (con la famosa Crocifissione del 1941).
Il dopoguerra in Italia comincia con opere di alcuni protagonisti di "Forma 1": Consagra, Dorazio e Perilli. Numerose le opere dei principali esponenti dell'informale italiano: Afro, Alberto Burri (con varie opere rappresentative di tutti i principali cicli), Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Leoncillo, Gastone Novelli, Giulio Turcato, Toti Scialoja, Emilio Vedova.

Gli anni '60 e '70 sono rappresentati da opere di Piero Manzoni (uno dei suoi Achrome di maggiori dimensioni), Mimmo Rotella, Enrico Castellani, Mario Schifano, Pino Pascali, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti e Giulio Paolini. Alla transavanguardia si riferiscono alcuni recenti acquisti di opere di Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Mimmo Paladino. Si trovano ad Ardea, nella sede distaccata del museo-studio dell'artista, le opere di Giacomo Manzù.
C'è poco da dire relativamente al panorama artistico non italiano. Si possono trovare opere singole di Wassily Kandinskij, Piet Mondrian (Composizione A del 1919), Paul Klee, Johannes Itten (Cerchi del 1916), Lazlo Moholy-Nagy, Marcel Duchamp, Kurt Schwitters, Jean Arp, Man Ray, Max Ernst, Henry Moore e, relativamente al dopoguerra, la bella tela di Jackson Pollock Sentieri ondulati del 1949.

La Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma dispone anche di un Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, alloggiato nel padiglione Cosenza, dove vengono presentate a rotazione le opere della raccolta. Tra queste sono da segnalare i lavori di Celentano, Morelli e Minardi, e soprattutto le acqueforti di Fattori, de Chirico e Modigliani.